BellinzonaMorta dopo un rave, la 19enne lasciata in auto per ore e ore
SwissTXT / Red
26.1.2023
Volgono al termine gli interrogatori sul caso della 19enne, morta lo scorso novembre dopo essere stata accompagnata, già in condizioni disperate, da alcune persone al San Giovanni di Bellinzona. Nessuno al rave party, a cui aveva partecipato, ha voluto trasportarla all'ospedale per paura di perdere la patente.
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26.01.2023, 20:30
27.01.2023, 07:41
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Come ricorda la RSI, domenica 27 novembre a metà pomeriggio, quattro giovani hanno lasciato una ragazza in fin di vita al pronto soccorso del San Giovanni di Bellinzona, dopo averla trasportata su un Mercedes Multivan con targhe ticinesi, ed essersene poi andati.
La Polizia cantonale ticinese ha avviato subito le ricerche del quartetto e contattato le autorità grigionesi, poiché le forze dell'ordine hanno capito velocemente che il gruppo proveniva da Roveredo dove, ai piedi della diga della Roggiasca, era in corso un rave party non autorizzato.
L’inchiesta sulla morte della 19enne del Luganese è giunta però ora – come rende noto la RSI – a una svolta. Sabato è previsto l’ultimo degli interrogatori condotti dalla polizia retica, che ha sentito diverse persone tra gli organizzatori e i partecipanti.
L'hanno lasciata in auto per ore e ore
Dai verbali sono emersi elementi importanti: quando la ragazza è arrivata al rave – hanno accertato le indagini – stava già male e più giovani se ne sono accorti senza fare nulla.
Si sono limitati ad adagiarla sui sedili di un’auto, nella speranza che le sue condizioni migliorassero, per ore e ore, senza decidersi a portarla in ospedale. Alcune delle persone sentite dagli inquirenti hanno spiegato che questo è accaduto perché nessuno, nello stato in cui si trovava, voleva rischiare di incappare in un controllo della polizia e perdere la patente.
A breve le forze dell'ordine consegneranno il loro rapporto alla procura di Coira, che trarrà le conclusioni del caso. Al momento non ci sarebbero indagati, ma la situazione potrebbe cambiare.
Il reato ipotizzabile è l’omissione di soccorso, che scatta quando, avendo la possibilità di farlo, non si presta aiuto a chi è in imminente pericolo di morte.
Intanto si attendono ancora i risultati dell’autopsia condotta sulla salma della 19enne.