Cantonali 2023Marina Carobbio: «Sto riflettendo se candidarmi al governo ticinese»
SwissTXT / Red
24.8.2022
«Sto riflettendo se mettermi a disposizione per una candidatura al governo ticinese». Lo scrive su Instagram la consigliera agli Stati Marina Carobbio (PS). Anche l'ex rettore dell'USI Boas Erez potrebbe correre per l'alleanza tra il Partito socialista e i Verdi. E infatti secondo Bertoli: «La volontà di presentare una lista unitaria è il dato politico centrale».
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24.08.2022, 08:49
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A fronte delle rinunce di peso – rese note dalla RSI nelle ultime ore – di Greta Gysin (Verdi) e Manuele Bertoli (PS), la consigliera agli Stati Marina Carobbio annuncia tramite il suo profilo Instagram che sta riflettendo se presentare la sua candidatura al Consiglio di Stato ticinese.
E anche l'ex rettore dell'Università della Svizzera italiana (USI), Boas Erez, potrebbe correre alle prossime elezioni cantonali 2023. Sarebbe infatti uno dei nomi presenti sulla lista rosso-verde. Sia il PS che i Verdi hanno confermato alla RSI di essere in trattative con Erez.
Bertoli: «Ho sempre detto che di base dodici anni bastano»
Sulla decisione di non ripresentarsi, da parte sua Bertoli ha ricordato ai microfoni della RSI che già in occasione delle ultime elezioni cantonali aveva annunciato che «era l'ultima volta». E ha aggiunto: «Ora il dato politico centrale e fondamentale è la volontà di socialisti e verdi di proporre una lista unitaria».
Un'alleanza che potrebbe fare la differenza. «I socialisti da soli arrivavano sempre con una lista che faceva il quarto posto dietro a Lega-UDC, PLR e PPD. Già il fatto che questa lista unitaria possa arrivare al secondo o al terzo posto è un fatto politicamente rilevante», ha detto Bertoli.
I due partiti sono impegnati a consolidare la loro alleanza e a scegliere i nomi da mettere in lista per le elezioni cantonali del prossimo 2 aprile.
Interrogata dalla RSI, Samantha Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi reagisce così alla rinuncia di Greta Gysin: «Può essere un punto debole o un punto di forza. Dal mio punto di vista è un punto di forza. I Verdi credono nei temi piuttosto che nei personaggi e quindi credo che dovremmo fare di questa caratteristica un punto di forza».
«Mentre Carobbio deve sciogliere le proprie riserve. La commissione elettorale ha fatto un grande lavoro e quindi abbiamo ipotesi per tutti gli scenari per cui siamo molto sereni da questo punto di vista dei nomi», risponde Fabrizio Sirica, co-presidente del PS, al «no» di Bertoli e al «forse» di Carobbio.
«La cosa che a me più preme – continua Sirica – è che ci sono una serie di crisi in questo Paese, da quella ambientale che riguarda tutto il mondo che è una priorità assoluta per tutti, a quella sociale che con l’inflazione che galopperà, con i premi casse malati che stangheranno soprattutto i ceti medio-bassi. Sono queste le esigenze e crisi che impongono una svolta. Ed è per questo che al di là di qualsiasi nome, c’è bisogno di un polo rosso-verde forte».
E sulla ripartizione dei candidati?
La lista congiunta prevede la formula del 2-2-1, ossia due candidati socialisti, due verdi e un candidato della società civile.
Bourgoin conferma che i Verdi hanno «accettato e sostenuto la proposta del 2-2-1 perché è un segno di messa in gioco, di parità di trattamento, di onestà, di apertura alla società civile». La formula del 3-2 significherebbe che il PS vuole continuare ad agire indipendentemente, e per questo se non si userà la formula del 2-2-1 i Verdi si faranno indietro.
Nel PS c’è però chi sta raccogliendo le firme per una posizione socialista più di peso in lista e una conferenza per discuterne. Ma secondo Sirica il discorso non è sulle ripartizioni, ma se l'alleanza è fattibile o meno, con la consapevolezza che i Verdi saranno presenti solo con il 2-2-1.
«La co-presidenza mia e di Laura [Riget] dal primo giorno ha detto che ha questa visione non solo per il partito, ma per il Paese, di un polo rosso-verde forte per rispondere alle crisi che ci sono. Quindi se la base sconfesserà me, Laura e tutta la commissione, ce ne assumeremo evidentemente le conseguenze, ma sono convinto, sentendo quotidianamente compagni e compagne, che la strada è quella», conclude Sirica.