Epidemia L'Italia intende riaprire le frontiere il 3 giugno, Gobbi: «Preoccupati»

SwissTXT / sam

16.5.2020

Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi
Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi
Ti-Press

Sul fronte ticinese la volontà dell'Italia di riaprire le frontiere dal 3 giugno è una sorpresa solo in parte. 

La principale preoccupazione per il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, interpellato sulla questione dalla RSI, rimane di carattere sanitario e verte sulle conseguenze che questa apertura potrebbe avere per la situazione epidemiologica nel Cantone.

«Dovremo capire quali misure mantenere al confine»

«La situazione non è chiara. Non abbiamo ancora il testo definitivo del decreto. E dovremo capire quale tipo di misure mantenere al confine. Perché in Italia la situazione si sta calmando, ma è ancora molto più calda rispetto a quella di Svizzera, Austria o Germania», ha detto.

«Conosciamo bene la difficoltà a ricostruire i contatti in caso di nuovi contagi e questo evidentemente ci preoccupa», ha aggiunto.

Colloqui Berna-Roma la prossima settimana

E sembra esserci una certa preoccupazione anche a livello federale.

In mattinata la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha infatti fatto sapere che la prossima settimana, nell'ambito di colloqui bilaterali, Berna e Roma discuteranno come muoversi in questo concesto, per armonizzare e coordinare gli interventi alle frontiere.

Per l'Italia comunque non si tratta ancora di un provvedimento definitivo, perché manca ancora l'approvazione ufficiale del Decreto della presidenza del Consiglio, a cui spetta illustrare tutti i dettagli, specificando ad esempio se l'apertura del 3 giugno varrà solo per Stati UE, se comprenderà i Paesi Schengen o se si intende aprire a nazioni anche fuori dall'Europa.

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