Giustizia Rapina a San Pietro di Stabio, iniziato il processo

Swisstxt / Red

14.11.2022 - 15:51

TI-Press

È iniziato il processo a due imputati per la rapina a un distributore di San Pietro di Stabio nel 2021.

Il furto, ricorda la RSI, era stato fatto alcuni mesi dopo l'uscita di prigione dell'uomo, che aveva anche coinvolto la sua compagna, una 22enne libanese residente nel Luganese, in Svizzera da un decennio, conosciuta in un bar di Lugano. L'uomo però non aveva finito di scontare l'intera pena: questo aggrava la sua situazione.

Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha evidenziato come il 35enne fosse già conosciuto per altre rapine, tentate o effettuate, oltre che per reati di spaccio, affermando che il furto è stato «L’ennesimo inciampo dell’imputato che sembra preferire passare la vita più in carcere che fuori». La 22enne invece non aveva finora compiuto reati. 

Il furto è stato di oltre 18'000 franchi. Lui aveva una pIstola, che, in aula, ha detto essere una scacciacani, ma per il procuratore si tratta di un'arma vera, rinvenuta un paio di mesi dopo in seguito a una rapina a Monteggio, e sulla quale sono state trovate tracce di DNA parzialmente compatibili con l'imputato. 

La compagna, invece, aveva con sé un taser. Tutti e due erano camuffati. L'arresto è però scattato perché dalle telecamere di sorveglianza è stato notato sul collo dell'uomo l'inizio di un tatuaggio sulla schiena. 

I due si dicono pentiti 

Tutti e due hanno ammesso i fatti e affermano di essere pentiti. Lui ha detto di voler condurre una vita regolare e di volersi allontanare da certe persone della malavita. Tramite quest'ultime aveva trovato le armi e l'auto con cui erano fuggiti oltre confine. 

Per l'uomo il procuratore ha chiesto 7 anni di carcere, per la donna 2 anni e 10 mesi di cui 14 mesi da scontare. È anche stata chiesta l'espulsione della donna dalla Svizzera per 8 anni - cosa che ha fatto scoppiare in lacrime la giovane, riporta l'emittente di Comano. La sentenza è attesa per martedì alle 11.00.

Chiesta una riduzione di pena

Nel pomeriggio hanno preso la parola le difese dei due. L'avvocato Samuel Maffi ha chiesto una pena massima di 5 anni interamente da espiare per il 35enne, sostenendo che la richiesta di pena era esagerata dato che l'uomo ha collaborato. 

L'avvocata della 22enne, Elisa Lurati, ha invece chiesto una forte riduzione della pena, al massimo 22 mesi integralmente sospesi. È stato anche chiesto l'immediato rilascio della giovane, in virtù della carcerazione preventiva già avvenuta. Anche la richiesta di espulsione dalla Svizzera è stata contestata, dato che la ragazza avrebbe avuto un ruolo marginale nei fatti ed era incensurata.  

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