TicinoLe difficoltà riscontrate dai privati nell'accoglienza dei profughi
SwissTXT / red
29.3.2022
In Ticino l’accoglienza dei profughi ucraini è mossa da una grande solidarietà sia dai privati che dalle istituzioni. L’accoglienza però può comportare anche difficoltà per le famiglie ticinesi. Una di queste sono i costi legati alla spesa di alimentari.
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29.03.2022, 21:21
29.03.2022, 21:23
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«Abbiamo saputo di un bus che arrivava a Cadenazzo il 12 marzo. E siccome abbiamo una camera in più, abbiamo deciso di accogliere una madre con la sua bambina», ha raccontato ai microfoni della RSI Tatiana di Morbio Inferiore, la quale ha deciso insieme alla sua famiglia di fare questo passo, ritenuto «necessario».
Ma con la consapevolezza che l'accoglienza non sarebbe potuta durare troppo a lungo. «Con già due bambine, una di due anni e un’altra di dieci, e in più la gestione della mamma ucraina e della sua bambina era difficile», ha spiegato.
Non si tratta quindi di una questione di spazio o di costi, ma di tempo e di gestione. Tatiana racconta che da pochi giorni mamma e figlia hanno trovato un'altra sistemazione, sempre a Morbio Inferiore, grazie all'aiuto di un privato. I contatti non si sono interrotti, anzi: «La mamma ci teneva a rimanere vicino a noi, a Morbio».
C’è poi la testimonianza, raccolta sempre dall'emittente di Comano, di Teresa da Lugano, familiare curante a tempo pieno per suo figlio, che da metà marzo ospita quattro profughi. «Nonna Marin, mamma Katia e due bambini: li accolgo per il tempo necessario. Non ho messo un limite».
Teresa spiega però che una difficoltà legata all’accoglienza a lungo termine può essere rappresentata dai costi legati alla spesa.
Pedevilla: «Abbiamo chiesto una collaborazione a Campax»
Nei prossimi giorni si attende che il Governo presenti la nuova fase del piano di accoglienza. A livello politico qualcosa si è già mosso per chiedere di indennizzare chi - come Tatiana e Teresa - ospita privatamente i profughi.
Al momento vitto e alloggio sono assunti dal Cantone solo se si sono seguite le vie ufficiali: lo conferma sempre alla RSI Ryan Pedevilla, capo della sezione del militare e della popolazione. «Il Cantone prende a carico le persone con statuto S che passano tramite il centro di registrazione di Cadenazzo, i centri regionali e in seguito negli appartamenti. Le autorità a breve ne discuteranno perché c'è un bisogno di armonizzare il tutto a livello intercantonale. Poi, appena saranno chiariti tutti gli aspetti relativi all'ambito assistenziale, verranno definite quali sono le prestazioni da elargire alle persone che hanno questo statuto».
Per quanto riguarda il numero di privati che si son messi a disposizione, Pedevilla spiega che «ci sono circa 150 possibilità annunciate che stiamo valutando. Principalmente consideriamo coloro che hanno offerto uno spazio ammobiliato e indipendente per quanto riguarda i servizi, le cucine e gli ingressi. Poi andremo a identificare quelli che sono più opportuni anche per la scolarizzazione».
Infine, per quanto riguarda i problemi che riscontrano i privati, Pedevilla ha spiegato che è stata richiesta una collaborazione con l’associazione Campax, in modo da coordinare l’offerta. La speranza è che la stessa venga finalizzata nei prossimi giorni.