Tragedia Mottarone La giudice di Tel Aviv ha deciso: Eitan deve tornare in Italia

ATS / sam

25.10.2021 - 14:53

Eitan
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Eitan Biran, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, deve tornare in Italia dove c'è la sua residenza abituale. Lo ha stabilito la giudice del Tribunale della famiglia di Tel Aviv. Lo si apprende da fonti legali.

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«Il Tribunale non ha accolto la tesi del nonno che Israele è il luogo normale di vita del minore né la tesi che abbia due luoghi di abitazione», così scrive la giudice Iris Ilutovich Segal nella sentenza in cui impone il rientro in Italia accogliendo il ricorso di Aya Biran, zia paterna del piccolo e affidataria legale.

«Pur accogliendo con soddisfazione la sentenza della giudice Ilutovich crediamo che in questo caso non ci siano né vincitori né vinti. C'è solo Eitan e tutto quello che chiediamo è che torni presto a casa sua, dai suoi amici a scuola, dalla sua famiglia, in particolare per la terapia e gli schemi educativi di cui ha bisogno».

Questo il commento dei legali della famiglia di Aya Biran - gli avvocati Shmuel Moran e Avi Himi - subito dopo la sentenza della giudice che ha deciso in base alla Convenzione dell'Aia di far tornare il bambino in Italia.

Il bambino era stato portato in aereo, senza permesso, in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg lo scorso settembre dopo essere stato prelevato a casa della zia Aya Biran a Pavia. Il nonno per questo è indagato in Italia per sequestro di persona. Subito dopo Aya Biran si è rivolta al Tribunale della famiglia di Tel Aviv per il «rientro immediato» in Italia in base alla Convenzione dell'Aja.

La sentenza della giudice è giunta a circa due settimane dalla fine delle udienze in Tribunale a Tel Aviv.

Rinviata l'udienza al Tribunale di Milano

È invece stata rinviata al 1. dicembre l'udienza davanti al Tribunale per i minorenni di Milano, dove venerdì era iniziata la discussione proprio sul caso di Eitan, al centro di una contesa tra i nonni materni e la zia paterna nominata tutrice legale del piccolo. In queste settimane le parti potranno, a quanto si è saputo, depositare documenti.

I giudici hanno invitato le parti al silenzio stampa. «Il Tribunale ha chiesto espressamente il massimo riserbo delle parti», si è limitato a chiarire l'avvocato Paolo Sevesi, uno dei legali dei nonni materni. Gli avvocati, anche della zia, sono usciti dal Tribunale senza rilasciare dichiarazioni nel merito dell'udienza.

La discussione sul reclamo dei nonni materni contro la nomina della zia paterna come tutrice legale riprenderà il 1. dicembre, dopo il deposito di atti da parte delle parti, e poi arriverà la decisione del collegio di giudici.