Ticino Il Consiglio della magistratura è già al lavoro

SwissTXT / Red

9.11.2022

Immagine d'illustrazione/foto d'archivio.
Immagine d'illustrazione/foto d'archivio.
Ti-Press

Il presidente Damiano Stefani traccia, in un'intervista alla RSI, il futuro percorso dell'organo rinnovato che vigila sul funzionamento della giustizia: «Operare senza interferenze consolidando ciò che funziona».

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Lunedì il Parlamento ticinese ha completato le nomine del Consiglio della magistratura, un'autorità che abitualmente lavora lontana dai riflettori, e un organo di autogoverno della magistratura che si compone di dodici membri.

A presiedere questo gruppo, da gennaio, sarà il giudice Damiano Stefani, il quale avrà il compito di dare autorevolezza a questo Consiglio.

Che cosa è il Consiglio della magistratura

Il Consiglio della magistratura serve a vigilare sull'operato dei singoli giudici. E una sua altra importante funzione è quella di tenere d'occhio il funzionamento della giustizia in generale. Ogni anno questo organo stila un rapporto che viene trasmesso al Consiglio di Stato, ed è qui che segnala le criticità del «sistema giustizia» e soprattutto sprona l'Esecutivo e il Parlamento a porre i correttivi ritenuti necessari.

«Il Consiglio della magistratura – dice Stefani ai microfoni della RSI - è quasi completamente rinnovato (a parte due membri). Ci sono stati anche dei coinvolgimenti da parte della politica. L'importante è possa iniziare a lavorare senza interferenze ed io sono sicuro che questo potrà avvenire. I nuovi membri sono tutti, a mio avviso, persone degne di rispetto, con esperienza. E sono sicuro che sapranno essere ragionevoli, anche se non tutti conoscono bene la materia, per cui sono convinto che si potrà fare un ottimo lavoro».

Si tratta di un ruolo delicato, come delicato è anche l'equilibrio all'interno del Consiglio della magistratura e ci sono state anche difficoltà con il potere politico. Qual è la ricetta per tenere questo equilibrio?

La mia ricetta è un po' il mio approccio in genere a tutto: quello di mettersi sempre allo stesso livello, non guardare la gente dall'alto in basso, e cercare di ragionare. Io mi auguro, ma sono anche questa volta convinto che se abbiamo a che fare con altri membri che sanno porsi allo stesso livello, riusciremo a fare un buon lavoro e a continuare a dare credibilità a un Consiglio della magistratura che lo merita, perché tutto sommato è una macchina che funziona bene.

La maggioranza dei membri del Consiglio della magistratura sono persone «laiche», non attive quindi in magistratura. Proprio per mantenere un po' questo equilibrio non sarebbe opportuno avere una parità di membri?

Per quanto ne so negli altri Consigli della magistratura attivi in Svizzera sono presenti membri laici, ma non hanno la maggioranza. Nel nostro caso potrebbe anche essere una questione da rivalutare perché era stato modificato dopo cinque anni dalla decisione di istituire il Consiglio della magistratura. Si potrebbe anche ritornare ad avere una maggioranza di membri togati, però anche in questo caso che fa la musica sono sempre i musicisti e quindi se è gente che sa suonare bene il proprio strumento non vedo grosse difficoltà.

Saranno sei anni di transizione, assestamento, saranno sei anni dove invece si cercherà di fare qualcosa anche di innovativo e con qualche cambiamento?

Bisogna cominciare a sapersi orientare, a vedere un po' quali sono le problematiche e approfondirle. Poi, da quel momento in avanti, io non sono entrato per stare a guardare, per cui probabilmente si cercherà di valutare insieme con tutti, quindi anche con il Dipartimento delle istituzioni e con la politica, ma soprattutto con i magistrati, cosa si può fare e cosa si può modificare e cosa invece va bene e si può consolidare.