Preoccupazione tra gli apicoltori Il calabrone asiatico potrebbe presto raggiungere la Svizzera italiana

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16.3.2025 - 15:09

Il calabrone asiatico, come comune della Vespa velutina, ha ormai infestato le aree limitrofe alla Svizzera italiana: che possa presto arrivare anche nella regione?
Il calabrone asiatico, come comune della Vespa velutina, ha ormai infestato le aree limitrofe alla Svizzera italiana: che possa presto arrivare anche nella regione?
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Gli apicoltori della Svizzera italiana osservano con preoccupazione l'avvicinarsi del calabrone asiatico, nome comune della Vespa velutina: il predatore di api potrebbe presto raggiungere la regione.

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  • Il calabrone asiatico, nome comune della Vespa velutina, non si è ancora stabilito nella Svizzera italiana.
  • Ciononostante si guarda con forte preoccupazione, soprattutto tra gli apicoltori, alla sua diffusione, e i sospetti avvistamenti non mancano nemmeno in Ticino.
  • La sua espansione in Svizzera è stata rapida e costante: nel 2024 sono state confermate 3'829 segnalazioni di nidi o individui adulti.
  • Di recente un nido è stato trovato a Leggiuno, in provincia di Varese, a circa 20 km dal confine elvetico, sollevando preoccupazioni per una possibile invasione.
  • La lotta contro questa specie invasiva richiede un coordinamento federale e delle strategie efficaci.
  • Le diverse iniziative in corso si concentrano sull'individuazione e distruzione dei nidi e sulla formazione di apicoltori competenti.

Una conferenza sul calabrone asiatico, un predatore temuto dagli apicoltori, si è tenuta il 13 marzo all'Auditorium della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona.

Come riporta la RSI, l'evento, organizzato dall'Associazione per il rispetto e la conoscenza delle api con il supporto della Federazione Ticinese di Apicoltura e del Gruppo di Lavoro Cantonale Organismi Alloctoni Invasivi, ha attirato un pubblico numeroso, inclusi partecipanti dalla vicina Mesolcina.

Per ora, chiarisce la radiotelevisione, il calabrone asiatico, nome comune della Vespa velutina, non ha ancora stabilito colonie nella Svizzera italiana, sebbene un esemplare sia stato trovato morto nel 2020 a Ludiano, in Valle di Blenio.

Questo è stato probabilmente trasportato per sbaglio e non ha dato origine a nuove colonie. Ciononostante le segnalazioni di sospetti avvistamenti in Ticino continuano, con 21 casi nel 2024, ma si sono rivelate tutti falsi allarmi.

In Svizzera confermate quasi 4'000 segnalazioni

Questo però potrebbero presto cambiare. Infatti la regione a sud delle Alpi è quasi completamente circondata da aree infestate dall'insetto. 

Secondo i dati della Piattaforma svizzera di segnalazione per il calabrone asiatico, citata dalla RSI, nel 2024 in Svizzera sono state confermate 3'829 segnalazioni di nidi o individui adulti. Dal primo avvistamento nel Canton Giura nel 2017, la diffusione del calabrone è stata rapida e costante.

Originario dell'Estremo Oriente, il calabrone asiatico è arrivato in Europa nel 2004, stabilendosi inizialmente in Francia. Da allora ha attraversato diversi Paesi europei, inclusa l'Italia, dov'è stato visto per la prima volta nel 2012.

Di recente un nido è stato trovato a Leggiuno, in provincia di Varese, a circa 20 km dal confine svizzero, sollevando preoccupazioni per una possibile invasione.

La lotta contro la specie invasiva richiede strategie efficaci

In Svizzera l'invasione del calabrone asiatico segue un andamento esponenziale, con un aumento significativo dei nidi ritrovati nel 2024. I cantoni occidentali, come Ginevra e Vaud, sono particolarmente colpiti, spiega la RSI.

Gli apicoltori sono in allerta, ma la lotta contro questo insetto invasivo non può pesare solamente sulle loro spalle, e richiede infatti un coordinamento a livello federale e strategie di gestione efficaci.

Per contrastare l'invasione sono in corso diverse iniziative. Nel Canton Ginevra l'associazione Pollinea-action lavora su più fronti per contenere il calabrone, ad esempio distruggendo i nidi e sensibilizzando la popolazione.

O nel Canton Vaud si formano apicoltori referenti, per trasmettere le competente alla ricerca e alla distruzione dei nidi, soprattutto quelli primari.

È importante distinguere i tipi di nidi, ecco perché

A questo proposito Daniel Cherix, professore emerito dell’Università di Losanna e membro della task-force nazionale per il contenimento dell’insetto, sottolinea l'importanza di distinguere tra nidi primari e secondari.

«È importante fare la differenza fra i nidi embrionali, detti primari, di piccola taglia, che possono essere facilmente eliminati da apicoltori opportunamente istruiti e quelli secondari, di grande taglia, la cui distruzione è meglio affidarla a specialisti formati e a disinfestatori professionisti», afferma ai microfoni della RSI.

L'entomologo crede addirittura che sarebbe opportuno formare l'intera popolazione alla ricerca e distruzione dei nidi primari, dato che il calabrone asiatico tende a costruirli in zone urbanizzate.

Necessarie delle strategie di protezione a lungo termine

Cherix avverte anche che le trappole per calabroni non sono selettive e tendono a catturare grandi quantità di insetti locali. 

Infine l'esperto spiega alla RSI che la distruzione dei nidi secondari prima della riproduzione può rallentare l'invasione, ma è necessario sviluppare metodi per proteggere le colonie di api a lungo termine.

Per questa ragione il Cabi di Delémont sta conducendo delle ricerche per testare diverse strategie di protezione.

La redattrice ha scritto questo articolo con l'aiuto dell'IA.