Pandemia Berset in Ticino: «Con l'inverno ci aspetta un periodo ancora più duro»

pab

19.11.2020

Il ministro della salute Alain Berset ha visitato il Ticino nell'ambito della crisi sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19: «Dovremo trascorrere l'inverno senza vaccino. Natale? Mi preoccupa di più il Capodanno». Gobbi: «Signor Berset la sua personalità ci ha permesso di affrontare meglio la crisi». Borradori: «Grazie, ci fa sentire parte del Paese».

Il consigliere federale Alain Berset è giunto giovedì mattina in Ticino per una delle visite che sta conducendo nei vari cantoni quale titolare del Dipartimento federale dell’Interno.

A Lugano, accompagnato dal consigliere di Stato Raffaele De Rosa, ha visitato l’ospedale Italiano e la clinica Moncucco, prima di incontrare il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi e le autorità cittadine nella sede del municipio di Lugano dove ha avuto luogo un punto stampa.

La conferenza è stata aperta dal sindaco di Lugano Marco Borradori. Dopo i saluti di rito, Borradori ha affermato, rivolgendosi alle autorità cantonali e soprattutto federali, che «avervi qui è un segno tangibile della vicinanza del cantone e della Confederazione alla nostra popolazione. C’è un fattore imprevedibile che ci ha colpito positivamente a Lugano: abbiamo registrato un’ondata di solidarietà così potente e articolata da dimostrarci quanto la nostra società civile sia coesa, forte e autonoma nell'affrontare le difficoltà».

«Sono fiero di essere il sindaco di questa città. Diversi settori però stanno soffrendo e lottando per la loro sopravvivenza. È nostra preoccupazione che le energie che abbiamo a disposizione vengano investite dove ce n'è bisogno e che nessuno si senta escluso o abbandonato.»

«Vedo nella cittadinanza segni di stanchezza, di ribellione, che fanno preoccupare, - ha proseguito Borradori. «Ma vedo anche, fra la stragrande maggioranza della popolazione, persone che sanno che il loro contributo fa e farà la differenza».

Borradori a Berset: «Grazie, ci fa sentire parte del Paese»

Rivolgendosi poi ad Alain Berset ha aggiunto: «Lei, Signor consigliere federale, è sceso più volte in Ticino per assicurarci il sostegno della Confederazione nella lotta alla pandemia. Questo ci conforta e lo apprezziamo tanto. Ci fa sentire parte di un solo Paese. Questo è l’aspetto più importante: sentirci parte dello stesso Paese».

Prima di passare la parola a Norman Gobbi, Borradori, in qualità di membro dell'Unione città svizzere, ha espresso la propria vicinanza alle altre grandi città romande e svizzero tedesche che «stanno vivendo giorni non facili».

Gobbi: «La sua personalità ci ha permesso di affrontare meglio la crisi»

Anche Norman Gobbi ha iniziato il suo intervento ringraziando Alain Berset: «Signor Berset lei è l’unico consigliere federale ad aver visitato per ben due volte il Ticino durante questa pandemia. La sua personalità pacata ma anche  pronta a dibattere, confrontarsi e informare ha permesso, non solo alla popolazione ticinese, ma anche a tutta la popolazione svizzera di affrontare con maggiore tranquillità una crisi sanitaria che ci destabilizza».

«La prima volta - ha continuato Gobbi - è stata in marzo, tempo di grande incertezza per noi in Ticino tenuto conto anche della grave situazione in Lombardia».

«Gli scenari peggiori nella prima ondata non si sono verificati grazie all’impegno di tutta la comunità, il dialogo tra istituzioni e popolazione e anche tra le istituzioni stesse, che ha permesso di prendere decisioni pragmatiche. È questa la forza della Svizzera: il dialogo, il confronto, la valutazione e le decisioni prese secondo uno spirito federalista in cui il gioco di squadra è indispensabile», ha sottolineato il presidente del Governo ticinese.

Gobbi: «Dobbiamo evitare un "Coronagraben"»

«A marzo, quando eravamo l’unico cantone della Svizzera così fortemente toccato, siamo riusciti a far passare il nostro messaggio oltre i muri culturali e fisici che ci dividono dal resto della Svizzera. Abbiamo messo a disposizione del resto del Paese le nostre esperienze. Le autorità federali hanno più volte dimostrato sostegno al nostro cantone, riconoscendo, tra l’altro, una finestra di crisi alla nostra realtà».

«Tutto ciò dimostra come il vero patrimonio inestimabile del nostro paese sia il federalismo», ha proseguito Gobbi. «Abbiamo potuto riconoscere in taluni la mancata comprensione delle misure rigorose di chiusura prese in Ticino. I risultati ottenuti però ci son stati: abbiamo fermato l’ondata da noi e preservato il resto del Paese, con misure poi adottate dalla Confederazione poco più tardi. Ora la fase è delicata come quella di questa primavera. In una situazione così frammentata l'obiettivo è quello di evitare un "Coronagraben" lavorando ancora all'insegna del dialogo e del confronto con le autorità federali, in un sistema federale che funziona», ha affermato.

Passando la parola al consigliere federale, Gobbi ha concluso: «La ringrazio ancora Signor Berset per le sue visite ma anche per aver sempre voluto mantenere aperto il dialogo con i cantoni».

Berset: «La collaborazione è fondamentale in queste sfide»

Dal canto suo, Berset, ha iniziato il proprio discorso in italiano dicendo: «Vi ringrazio per l’interessante visita di oggi alla clinica Moncucco. Dopo quella del 19 di marzo a Bellinzona questa è la mia seconda visita in Ticino. Nel frattempo ho avuto occasione di trascorre nel cantone momenti più distesi come in occasione del primo agosto a Bellinzona e Lugano. Infine anche ad Intragna per qualche giorno di vacanza in famiglia».

Dopo quest’introduzione, Berset ha continuato in francese ringraziando per l’accoglienza e per la collaborazione esistente, anche al di là della pandemia, sia con il precedente presidente del Governo Christian Vitta che adesso con Norman Gobbi. «Così come con Raffaele De Rosa. Questa continuità e questo dialogo sono molto importanti nell'affrontare sfide come questa».

«Mi ricordo che ai primi di agosto durante la mia vacanza qui in Ticino sentivo parlare di come eravamo riusciti a controllare la prima ondata. E ci si preparava ad affrontare la stagione che sapevamo più difficile, quella autunnale», ha proseguito Berset. «Le circostanze non sono più le stesse, non siamo più così ottimisti. La situazione resta molto seria. I contagi e i ricoveri in Svizzera si stanno stabilizzando ma il livello è molto alto».

Berset: «Ci aspetta un periodo ancora più duro»

«Sappiamo che sta arrivando l’inverno, sappiamo che sarà una fase ancora più difficile. Il sistema sanitario e le cure intense rimangono sotto pressione. Ci sono anche buone notizie. I trasferimenti intercantonali dei pazienti funzionano. Quindi i sistemi ospedalieri funzionano a livello svizzero», ha proseguito il ministro della salute.

«Ho poi di nuovo constatato gli sforzi enormi fatti dal Ticino per aumentare le capacità dei posti letto e garantire cure di alto livello. L’organizzazione mi ha veramente colpito molto positivamente. Questa professionalità così elevata è legata all’impegno che hanno dimostrato gli ospedali e tutti gli operatori sanitari. Questo forse è anche il frutto della pesante crisi che avete vissuto in primavera, dalla quale avete imparato».

«Ho avuto l’impressione di una grande solidità e grande efficacia. E questo è anche grazie alla coesione che si percepisce qui in Ticino. Anche il tracciamento resta fondamentale per controllare la pandemia. Il virus è lo stesso ma la situazione è cambiata, perché adesso è il personale a scarseggiare».

«Nei momenti più difficili ci sentivamo più volte in un'ora»

«Ricordo che in primavera ci sono stati confronti anche molto critici nei confronti di Berna ma è giusto così, si va avanti anche grazie a questo», ha aggiunto Berset. «Sapete come la penso - ha proseguito - il Ticino ha svolto un ruolo chiave, pionieristico nella lotta al virus. Siete stati toccati molto dall'epidemia e, grazie agli intensi scambi con voi, abbiamo imparato davvero molto».

«Ricordo che nei momenti più intensi della crisi abbiamo avuto contatti anche più volte all’ora. Questo per venirsi in contro anche in maniera molto informale, semplice, per cercare le soluzioni migliori sia per il Paese che per il cantone. Nei prossimi mesi ci aspetta una fase delicata, farà più freddo e staremo di più in spazi chiusi. In più c'è la stanchezza», ha continuato Berset.

Berset: «Se avete sintomi fatevi testare, è importante»

«Abbiamo le chiavi della situazione in mano. Sappiamo quello che dobbiamo fare: abbiamo adottato le misure d'igiene, il distanziamento sociale. C'è un po' di stanchezza, ma dobbiamo perseverare. Perché ci sono anche buone notizie», ha proseguito il consigliere federale. 

«Ci sono i test che sono molto importanti per controllare la pandemia, anche se abbiamo l'impressione che alcune persone non vogliano farsi testare. Invito chi ha sintomi a sottoporsi al tampone per sapere se si è positivi. Ora abbiamo test a sufficienza per tutti. Ma notiamo una diminuzione di tamponi fatti negli ultimi giorni».

«Dobbiamo fare uno sforzo e non indugiare. Dobbiamo avere una visione globale della situazione epidemiologica».

Berset: «Dovremo trascorrere l'inverno senza vaccino»

Il consigliere federale ha poi allertato: «Un argomento che ci preoccupa sono i vaccini: non lo avremo a disposizione per tutta la popolazione nei prossimi mesi. Dovremo trascorrere l’inverno senza vaccino», ricordando che la Confederazione ha prenotato 13,5 milioni di dosi da diversi sviluppatori.

«Si sta preparando una buona copertura», ha detto Berset, che ha anche sottolineato che nei prossimi mesi bisognerà continuare a puntare sulle misure applicate finora: mantenere le distanze, usare la mascherina, limitare i contatti».

Le procedure di Swissmedic per l'omologazione dei nuovi vaccini, ha sottolineato più volte Berset, sono le stesse come per qualsiasi altro nuovo medicamento: «Non  scendiamo a compromessi, né a livello di qualità, né a livello di sicurezza o di efficacia».

Berset: «Natale? Mi preoccupa di più il Capodanno»

«Il Natale 2020 non sarà un Natale normale e questo lo dobbiamo accettare. Abbiamo una diminuzione dei casi da una settimana all’altra ma siamo comunque a un livello molto elevato. Se vogliamo riprendere il controllo della situazione dobbiamo dimezzare il numero dei contagi per alleggerire il lavoro degli ospedali».

«Per Natale si dovrà fare qualcosa di diverso, magari con meno persone. Bisogna essere un po' innovativi. Anche a livello federale stiamo riflettendo sulla comunicazione da diffondere per invitare la gente a riflettere su come organizzarsi».

«Ma a Natale non ci si ritrova a ballare in 50 fino al mattino. Sono più preoccupato del Capodanno, che sarà diverso, senza discoteche, senza poter consumare bevande in piedi. Questo è decisamente un anno diverso dagli altri. Dobbiamo trovare un sistema per arrivare al 2021 nella maniera più stabile possibile. Sarebbe un peccato rimettere tutto in discussione perché non si sarà fatto attenzione a Capodanno», ha concluso Berset rispondendo alla domanda di un giornalista.

Eguagliato il record di primavera: 15 morti in un giorno 

Balzo in avanti dei decessi in Ticino: nell’ultimo giorno ne sono stati segnalati 15. Ieri, mercoledì, erano stati 4.

Nei Grigioni si registrano 83 nuovi casi e un decesso.

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