Pandemia COVID-19: l'appello del dottor Llamas: «Tutto è nelle mani dei ticinesi»

pab

20.3.2020

Un paziente ricoverato negli scorsi giorni all'Ospedale La carità di Locarno
Un paziente ricoverato negli scorsi giorni all'Ospedale La carità di Locarno
Ti-Press / archivio

Giovedì sera il dottor Llamas, direttore sanitario dell’ospedale di Locarno, ha lanciato un appello in diretta televisiva su RSI LA1: «Seguite le indicazioni, state a casa, o il picco sarà alto e doloroso».

La puntata del settimanale d'approfondimento informativo della RSI «Falò» ieri, giovedì, è stata interamente dedicata all'emergenza sull'epidemia di coronavirus COVID-19, che sta colpendo duramente il Sud delle Alpi.

L'attenzione principale, per mostrare la drammaticità del momento e le condizioni impegnative in cui si trova a lavorare il personale sanitario, è stata rivolta all'Ospedale La Carità di Locarno, primo nosocomio dedicato interamente al trattamento esclusivo dei pazienti colpiti dal COVID-19

«Comportamenti irresponsabili ? Il picco sarà doloroso»

Dopo il reportage, che mette in luce come fin dai primi giorni sia apparso evidente come la propagazione del  virus sia molto più rapida del peggiore scenario preso in considerazione dagli esperti, il giornalista in studio Gianni Gaggini pone le fatidiche domande al medico Michael Llamas, in collegamento da Locarno: «Il picco dell’epidemia di coronavirus (....) nel canton Ticino è imminente: questo, tuttavia, cosa significa? Cosa ci aspetta nelle prossime settimane?»

Lapidaria quanto lucida la risposta del direttore sanitario e viceprimario di medicina intensiva all’ospedale La Carità: «È strano ma a decidere cosa ci aspetta sarà la stessa comunità ticinese. (...) Saranno i ticinesi con il loro comportamento: se sarà completamente irresponsabile, allora il picco arriverà veloce, alto, doloroso».

«Le risorse non sono infinite»

Tuttavia, ha proseguito Llamas, «se il Ticino riuscirà a dimostrare che esiste un bene superiore al proprio egoismo, al proprio io, ovvero il bene della comunità, e la gente seguirà le indicazioni, resterà a casa, farà quello che bisogna fare, allora il picco sarà lento, più dolce e quindi noi potremo curare meglio i nostri pazienti»

In qualsiasi sistema sanitario, aggiunge, «le risorse non sono infinite. Per ora abbiamo ancora margine e sappiamo che abbiamo altre risorse da impiegare. La collaborazione tra pubblico e privati permette di mettere in campo tutta la potenzialità della sanità cantonale, senza barriere, affinché non debba arrivare il momento di prendere la terribile decisione di scegliere chi curare e chi no».

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