Paradiso Armi sottratte da minorenni, Gobbi: «Intollerabile. Ci saranno conseguenze»

SwissTXT / red

21.4.2023 - 12:30

Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni
Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni
Ti Press

Il responsabile del Dipartimento delle istituzioni è indignato per l'episodio avvenuto a Paradiso: due minorenni hanno sottratto due pistole cariche alla polizia, durante un'esercitazione, e hanno sparato contro un muro.

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Norman Gobbi usa parole pesanti nei confronti degli agenti della polizia cantonale che mercoledì pomeriggio, durante un'esercitazione all'hotel Eden di Paradiso (in disuso), si sono fatti rubare da due minorenni due pistole d'ordinanza cariche.

«È una situazione molto grave, intollerabile per me, proprio perché, per negligenze, si è messa in pericolo la vita di chi stava lavorando, ma anche dei giovani che sono entrati nello stabile. Quello che è successo non può essere privo di conseguenze», ha detto il direttore del Dipartimento delle istituzioni e responsabile politico della Polizia cantonale ai microfoni della RSI.

I due giovani, fra i 13 e i 15 anni, dopo aver esploso entrambi un colpo contro un muro, hanno gettato le armi nel lago. Sono stati subito fermati e ora sono indagati.

In addestramento all'Eden c'erano le forze speciali, gli agenti scelti dalla cantonale. È preoccupato?

«Il fatto che fossero presenti gli specialisti non svincola da quello che è successo. Potevano essere anche altri agenti, ma quello che è avvenuto è intollerabile e per me non può essere privo di conseguenze. Per questo ho subito preso contatto sia con il comandante sia con il vice comandante e il responsabile delle forze speciali, per far capire che questa situazione incrina la reputazione della Polizia cantonale», risponde Gobbi alla domanda dell'emittente di Comano.

Quindi la fiducia sua e quella dei cittadini è stata messa alla prova, secondo lei?

«Sicuramente. Spero che, però, non sia messa in discussione la fiducia per le prestazioni che la Polizia cantonale offre sul territorio ticinese. La reputazione sicuramente ne risente, proprio perché se sono gli istruttori (e chi è più specializzato nell'ambito della sicurezza) a trovarsi in una situazione di questo tipo, in cui sono state messe in pericolo delle vite. Significa che qualcosa non ha funzionato ed è per questo che sono state avviate sia le verifiche interne sia una procedura penale (quest'ultima nei confronti dei minorenni, n.d.r)».

È un duro colpo per l'immagine della polizia. Cosa ha detto agli agenti coinvolti?

«Direttamente a loro non ho detto niente, ma sia il comandante che il vice comandante hanno sentito parole pesanti. Non tollero queste situazioni perché creano disagio e incrinano l'immagine della polizia cantonale. Con un singolo fatto si vanificano tutti gli sforzi fatti quotidianamente a tutela della protezione delle persone e dei beni di questo territorio».

Ha già in mente correttivi? Ad esempio, ha ancora senso fare esercitazioni in centro città?

«I correttivi dovranno essere le conseguenze di verifiche interne che sono già in corso, per capire quali misure ulteriori debbano essere prese per tutelare la sicurezza durante le esercitazioni. Dobbiamo pensare l'impensabile, immaginare l'inimmaginabile, proprio per migliorare ulteriormente la sicurezza. Dobbiamo considerare questi elementi come imponderabili, ma comunque considerarli», ha concluso Gobbi.