A processoSparò al figlio ad Agno, non era la prima arma impugnata
Swisstxt / Red
2.6.2023 - 19:00
Si profila il processo alle Assise Criminali per il 50enne di Rovio che la mattina del 7 agosto scorso, ad Agno, con un fucile a canna mozza sparò al figlio, ferendolo gravemente.
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02.06.2023, 19:00
02.06.2023, 19:13
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La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha chiuso l’inchiesta, prospettandogli l’accusa di tentato assassinio (in via subordinata, tentato omicidio).
L’uomo, difeso da Letizia Vezzoni, sostiene tuttora che i proiettili partirono invece accidentalmente. Voleva recuperare i soldi che il 22enne aveva rubato alla nonna.
L’arma – dice – se l’era portata con sé perché temeva che fosse in compagnia di soggetti poco raccomandabili.
Aveva già impugnato un arma in precedenza
Come riporta la RSI, è venuto a galla un dettaglio che non era ancora emerso. Nella primavera del 2022, il 50enne si trovava in un magazzino di Melano, che condivideva con altra gente, e si sono presentate tre persone che reclamavano degli attrezzi.
Stando all'imputato i tre avevano un atteggiamento intimidatorio. Per questo avrebbe preso in mano un fucile, in modo che si allontanassero. Secondo il 50enne si trattava di una arma di tipo softair. In aula, in ogni caso, dovrà rispondere anche del reato di minaccia.
Dipendenza da stupefacenti
La perizia psichiatrica, ricorda l'emittente di Comano, ha individuato una lieve scemata imputabilità. Secondo l'esperto, la dipendenza da stupefacenti dell'imputato lo mette in difficoltà nelle situazioni di stress, che non riesce a gestire.
Situazioni come quella del 4 agosto, prima della sparatoria, dopo il furto fatto dal figlio, che aveva sottratto almeno 50'000 franchi, secondo il 50enne.