Dopo l'incriminazioneTrump: «Il mio unico crimine è difendere l'America»
SDA
5.4.2023 - 08:05
«L'unico crimine che ho commesso è stato difendere l'America da chi la vuole distruggere. La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti». L'ex presidente repubblicano Donald Trump torna nel suo bunker di Mar-a-Lago, in Florida, poche ore dopo essersi consegnato al tribunale di New York per ascoltare i 34 capi d'imputazione a suo carico nel caso Stormy Daniels e arringa i suoi sostenitori riuniti in uno dei saloni della sua proprietà.
05.04.2023, 08:05
05.04.2023, 08:23
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te:
Poche ore dopo essersi consegnato al tribunale di New York per ascoltare i 34 capi d'imputazione a suo carico nel caso Stormy Daniels, Donald Trump parla dal suo bunker di Mar-a-Lago, in Florida.
L'ex presidente USA ha sferrato i soliti attacchi contro i suoi accusatori e il «sistema giudiziario corrotto».
In merito all'attuale presidente Joe Biden ha detto che «vuole la terza guerra mondiale», sostenendo che «quando era senatore ne ha combinate di tutti i colori, ma nessuno lo ha arrestato».
Un discorso di poco più di mezz'ora, durante il quale l'ex inquilino della Casa Bianca è apparso provato e meno combattivo del solito.
Sulla consueta aggressività dell'ex presidente sembra aver pesato una giornata senza precedenti nella storia degli Stati Uniti e il castello accusatorio del procuratore Alvin Bragg che gli ha imputato un tentativo di «cospirazione per minare l'integrità delle presidenziali del 2016» comprando il silenzio della pornostar, dell'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal e di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo.
Trump non ha tuttavia rinunciato a sferrare i soliti attacchi contro i suoi accusatori e il «sistema giudiziario corrotto, diventato ormai illegale», nonostante l'avvertimento del procuratore di New York a non incitare alla violenza.
Operazione politica
«Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America», ha detto, mentre i suoi sostenitori urlavano «Usa, Usa!». Sul palco con l'ex presidente c'erano i figli Eric e Donald jr, mentre erano assenti la moglie Melania, che pure lo ha accompagnato a Manhattan, e la figlia ed ex consigliera, Ivanka.
Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono «persecuzioni politiche», il tycoon ha ricoperto d'insulti uno per uno i procuratori coinvolti: da Bragg, «pagato da George Soros», magnate statunitense di origine ungherese, alla procuratrice generale di New York Letitia James a Jack Smith, impegnato nell'inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un «pazzo».
«Biden vuole la terza guerra mondiale»
Tutti, secondo l'ex presidente, sono strumenti della «sinistra radicale» che hanno l'obiettivo di «fermarlo ad ogni costo». Anche l'indagine della procura di Atlanta, in Georgia, è «un caso falso per interferire nelle elezioni del 2024 e dovrebbe essere archiviata subito» per Trump, che ha definito «perfetta» la telefonata in cui fece pressioni per ribaltare il voto del 2020 in quello Stato.
Quindi è passato ad attaccare l'attuale presidente Joe Biden e la sua ex avversaria Hillary Clinton, già segretaria di Stato, per il cosiddetto email gate. «Vuole la terza guerra mondiale», ha tuonato Trump contro Biden, sostenendo che «quando era senatore ne ha combinate di tutti i colori ma nessuno lo ha arrestato».
Prima di salire sul palco del suo resort l'ex presidente aveva ribadito per l'ennesima volta che, nel caso per il quale è stato incriminato a Manhattan, «nulla è stato fatto illegalmente» accusando Bragg «di aver chiuso New York (...) e speso 200'000 dollari (cirac 186'000 franchi) di fondi della città per un accordo di non divulgazione legale da 130'000 dollari».
È un'indagine «farsa», aveva attaccato Trump in una telefonata con i suoi sostenitori di ritorno da New York, assicurando i suoi sostenitori che «stiamo vincendo da otto anni e continueremo a vincere».