TerrorismoGli USA incriminano Sinwar e 5 capi di Hamas per l'attacco del 7 ottobre
SDA
4.9.2024 - 21:41
Gli USA hanno annunciato di aver incriminato per terrorismo il capo di Hamas Yahya Sinwar e altri cinque leader dell'organizzazione palestinese, tutti accusati per l'assalto del 7 ottobre in Israele che ha causato la morte di 1'200 persone.
04.09.2024, 21:41
04.09.2024, 21:44
SDA
Una mossa che la legge americana consente per il fatto che tra le vittime ci sono 43 cittadini americani.
Nell'atto di accusa si contestano anche i precedenti attacchi di Hamas.
Sette le ipotesi di reato, compresa la cospirazione per finanziare il terrorismo, il supporto materiale ad atti mortali di terrorismo, l'uso di armi di distruzione di massa, l'omicidio di decine di cittadini statunitensi.
Il Dipartimento di giustizia sta indagando anche sull'uccisione del 23enne israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, giustiziato da Hamas la scorsa settimana insieme ad altri cinque ostaggi.
Nel mirino dell'incriminazione sono finiti, oltre a Sinwar, che si ritiene si nasconda nei tunnel sotterranei di Gaza, l'ex leader politico Ismail Haniyeh, Mohammed Deif e Marwan Issa (vice comandante dell'ala militare di Hamas), tutti e tre eliminati in raid rivendicati o attribuiti a Israele.
Sono ancora in vita invece altri due leader: Khaled Meshaal, capo dell'ufficio della diaspora di Hamas, che dirige le attività del gruppo al di fuori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, e Ali Baraka, responsabile delle relazioni all'estero di Hamas.
In una dichiarazione video, il procuratore generale Merrick Garland ha affermato che gli imputati sono responsabili di «aver finanziato e diretto una campagna di decenni per assassinare cittadini americani e mettere in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti». E di aver «guidato gli sforzi di Hamas per distruggere lo Stato di Israele e assassinare civili a sostegno di tale obiettivo».
Il gruppo, ha accusato, ha compiuto il «più mortale massacro di ebrei dall'Olocausto», assassinando «intere famiglie, anziani, bimbi» e «trasformando in armi la violenza sessuale contro le donne, tra cui stupri e mutilazioni genitali».
Le incriminazioni risalgono a febbraio ma sono state tenute secretate nella speranza di catturare alcuni degli imputati. Dopo l'uccisione di Haniyeh a Teheran, tuttavia, il Dipartimento di giustizia ha deciso di rendere pubbliche le accuse, «che non saranno le ultime», ha promesso Garland. Sulla tempistica pare abbia inciso anche la recente esecuzione dei sei ostaggi.
«I leader di Hamas pagheranno per questi crimini», ha ripetuto più volte il presidente Joe Biden. La mossa della giustizia americana è il primo passo per inchiodarli alle loro responsabilità, anche se si tratta di una mossa più che altro simbolica, dato che tre accusati sono morti ed altri tre sono «at large». Ma, secondo gli analisti, l'amministrazione Biden ha voluto lanciare ad Hamas e a chiunque collabori col gruppo un messaggio del tipo «vi perseguiremo vivi o morti».
Resta da vedere se la mossa avrà qualche impatto sui negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, riducendo ad esempio la flessibilità di Hamas.