Stati UnitiNikki Haley domina il quarto duello tv tra repubblicani: «Basta col caos di Trump»
SDA
7.12.2023 - 07:13
A 40 giorni dall'inizio delle primarie in Iowa, Nikki Haley si conferma la più temibile e credibile rivale di Donald Trump nel quarto dibattito tv in Alabama tra i candidati presidenziali repubblicani, segnato da scontri e insulti di ogni genere.
07.12.2023, 07:13
07.12.2023, 08:14
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Assente The Donald, che continua a disertare il confronto, forte del suo ampio vantaggio nei sondaggi, è l'ex ambasciatrice all'Onu a brillare su un palco dove sono rimasti solo in quattro: il governatore della Florida Ron DeSantis, con cui è testa a testa in Iowa ma che stacca nella seconda tappa in New Hampshire, l'ex governatore del New Jersey Chris Christie, l'unico irriducibilmente anti Trump, e l'imprenditore bio tech Vivek Ramaswamy, un outsider paladino ed emulo del tycoon.
In quella che ormai sembra ridotta ad una gara per il secondo posto, anche come soluzione in extremis in caso di imprevisti nella corsa di Trump, Haley è diventata fin da subito il principale bersaglio degli attacchi. In particolare da parte di DeSantis e Ramaswamy, che l'hanno accusata di essere finanziata e quindi condizionata dai ricchi donatori di Wall Street.
L'imprenditore bio tech l'ha definita «corrotta» (anche alzando un cartello con questa scritta) e «fascista più di Biden», paragonandola in modo sessista ad un «Dick Cheney col rossetto».
Ma in cambio ha ricevuto i «buu» del pubblico, mentre Christie ha preso cavallerescamente le sue difese, innescando uno degli scontri più accesi della serata.
«Sei lo sbruffone più odioso d'America, questa è una donna intelligente e di successo, dovresti smetterla di insultarla», ha detto, rimproverandolo di attaccarla a livello personale e non politico. «Fai un favore a tutti, scendi dal palco, goditi un buon pasto e lascia questa gara», ha replicato Ramaswamy alludendo all'obesità del rivale.
Christie è stato l'unico ad attaccare frontalmente Trump
Christie è stato l'unico ad attaccare frontalmente Trump, accusando i suoi rivali di essere «troppo timidi» nei suoi confronti, di «avere paura di offenderlo», e lo ha paragonato al Lord Voldemort di Harry Potter, l'oscuro signore che non deve essere nominato e che terrorizza il mondo. «Non ha il fegato di venire qui... è un uomo arrabbiato, un dittatore, un bullo inidoneo a fare il presidente», ha denunciato, ammonendo che «sarà condannato e gli elettori non lo voteranno».
DeSantis ha provato a criticare Trump per l'età e alcune mancate promesse, ma si è rifiutato di dire se sia idoneo alla presidenza e ha escluso il rischio di una deriva autoritaria. Nel complesso è stato più aggressivo che nei precedenti dibattiti, ma sembra restare troppo legato al controverso modello Florida per l'intero Paese.
Ramaswamy invece, dopo il successo del primo dibattito, ha toccato il fondo tra volgarità, teorie cospirative e boutade come «scoraggiare la Cina dall'invasione di Taiwan dando a tutti gli abitanti dell'isola un fucile automatico Ar-15 per difendersi».
Haley è rimasta sempre stoicamente calma, respingendo con abilità tutti gli attacchi, anche sulla Cina, e lanciando nel finale una sfida a Trump: «Dobbiamo fermare il caos, ma non è possibile sconfiggere il caos democratico con il caos repubblicano. E questo è ciò che ci dà Donald Trump. Il mio approccio è diverso: niente drammi, niente vendette, niente piagnucolii».