Da rileggere Un esperto di ambiente si indigna: «Greta Thunberg? Ridicola»

tafi

30.1.2020

L'esperto di ecologia tedesco Michael Braungart, che racconta di aver inalato sporcizia e polveri nella sua lotta per la protezione dell’ambiente, è fortemente contrariato dal fatto che Greta Thunberg sia celebrata come una grande resistente.
L'esperto di ecologia tedesco Michael Braungart, che racconta di aver inalato sporcizia e polveri nella sua lotta per la protezione dell’ambiente, è fortemente contrariato dal fatto che Greta Thunberg sia celebrata come una grande resistente.
Keystone/Getty Images

Uno degli ecologisti tedeschi più famosi si sente provocato da Greta Thunberg. Il cofondatore germanico dei Verdi Michael Braungart non crede infatti all’«allarmismo» in materia di protezione del clima.

Michael Braungart è cofondatore dei Verdi in Germania, è salito sulle ciminiere di una fabbrica a Basilea per protestare contro l’inquinamento dell’ambiente e sviluppa prodotti al cento per cento sostenibili: colui che viene considerato tra i più eminenti ecologisti tedeschi ha recentemente espresso un giudizio poco lunsinghiero a proposito di Greta Thunberg e del movimento «Fridays for Future».

In una lunga intervista concessa al «Flensburger Tageblatt», Michael Braungart ha sottolineato di non apprezzare il fatto che i partecipanti all’attuale movimento di lotta per il clima «non facciano che amplificare la catastrofe, per apparire essi stessi più importanti. Non è in discussione la sopravvivenza del pianeta o dell’umanità.» Parole dure, seguite da un attacco in piena regola, scagliato dallo specialista di chimica ambientale contro una morale a suo dire equivoca.

«In questa fase, diamo alla gente solo l’impressione di fare qualcosa. In realtà, le nostre azioni sono scollegate dall'enorme mole di ciò che bisogna fare», dichiara Michael Braungart, che assegna in particolare brutti voti ai tedeschi. «Pensiamo che basti solo consumare un po’ meno: guidare meno, produrre meno rifiuti, utilizzare meno acqua.»

Greta Thunberg? – «Ridicola»

Ciò non protegge l’ambiente, ma limita soltanto gli sprechi, afferma Michael Braungart, prima di proseguire: «È come se si dicesse: "Ho picchiato mio figlio soltanto cinque volte, al posto di dieci." Quando un imballaggio in plastica pesa 7,6 grammi al posto di 8, pensiamo che sia un progresso. «Anziché chiederci: "Qual è la cosa buona da fare?" cerchiamo di far apparire perfette cose che restano pur sempre negative».

Secondo Michael Braungart, neanche Greta Thunberg riconosce questo errore. «Per lei, tutto è nero o bianco.» Con Greenpeace, l'ecologista afferma di aver dato la sua stessa vita per lottare contro l’avvelenamento. «Ho inalato un'infinita quantità di sporcizia, polveri radioattive. E nel suo caso, invece, prende posto di fronte al parlamento e non va a scuola, e questo le basta per essere celebrata come una grande resistente, prossima al premio Nobel. È ridicolo. Ammetto che questo mi dà fastidio.»

Residui di tessuti nei cereali

Tuttavia, sottolinea, i giovani fanno bene a fare qualcosa. Ma l’allarmismo non è la soluzione giusta, secondo l'esperto: piuttosto, bisognerebbe ripensare a tutto. «Prima il pensiero stesso, poi i prodotti. La natura non produce rifiuti. Tutto ritorna nel ciclo.» Per Michael Braungart, questa è l’opera di una vita. Come chimico, ha contribuito allo sviluppo del principio del «Cradle to cradle», "Dalla culla alla culla". I prodotti fabbricati secondo questo concetto possono essere riportati nella natura o nei cicli tecnici senza lasciare residui.

Nel mondo intero, esistono già 11’000 prodotti fabbricati a partire da materiali interamente sostenibili: dalle scarpe da ginnastica compostabili ai prodotti per la pulizia, passando per le lattine di birra. «C’è un’azienda in Svizzera che produce tessuti di arredamento commestibili.» Lui stesso afferma di aver messo dei pezzi di tessuto nei suoi cereali per mangiarli.

Cambio di rotta a Basilea

Michael Braungart conclude l’intervista sostenendo che al posto dell’attivismo, sono necessarie una nuova rivoluzione industriale e una ristrutturazione dell’economia di mercato. Le tecnologie moderne potrebbero perfettamente essere usate per la protezione dell’ambiente, sostiene. Michael Braungart vi lavora in prima linea dal 1986. All’epoca, nell’ambito di un’azione di protesta a Basilea, era salito sulla ciminiera coperta di ghiaccio di Ciba-Geigy, lo stabilimento predecessore di Novartis.

«Il direttore della fabbrica gli disse: "È troppo pericoloso. Scendete, vi garantisco che potrete risalire domani." Siamo ovviamente rimasti in cima, ma le cose sono cambiate», ricorda Michael Braungart.

Successivamente, ha fondato un’azienda ad Amburgo e ha cominciato a collaborare con l’industria per scoprire «come poteva essere una relazione diversa tra l’uomo e la natura». Una delle prime imprese ad essersi avvicinata a Michael Braungart è stata Ciba-Geigy, spiega. «Questo ha dato vita al "cradle to cradle", finanziato dal comparto svizzero della chimica.»

L'altra faccia dell'"Effetto Greta"

Tornare alla home page