Stati UnitiTrump tradito dall'ex capo dello staff, ma il nuovo Speaker è suo alleato
SDA
25.10.2023 - 21:12
La Camera degli Stati Uniti ha un nuovo speaker. Dopo due settimane di vuoto e di caos, i repubblicani – al quarto tentativo – trovano la quadra ed eleggono alla presidenza Mike Johnson, ultraconservatore contrario agli aiuti all'Ucraina e alleato di Donald Trump. L'elezione sblocca la paralisi del Congresso ma non risolve la lotta intestina all'interno del partito, sul quale Donald Trump nonostante i guai legali non molla la presa.
25.10.2023, 21:12
25.10.2023, 22:44
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L'alleato di Donald Trump, Mike Johnson, è il nuovo Speaker della Camera USA.
Mentre il suo ex consigliere personale – oltre che legale – Michael Cohen lo sfida con la sua testimonianza in tribunale, il tycoon viene tradito» anche da uno dei suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca. Mark Meadows, l'ex capo dello staff che per mesi lo ha difeso a spada tratta, gli gira le spalle e stringe un accordo con il procuratore speciale Jack Smith.
Le grane legali non minano comunque la popolarità dell'ex presidente fra gli elettori e in Congresso. Trump è saldamente in vantaggio nei sondaggi fra i candidati repubblicani alla Casa Bianca ed è testa a testa con Joe Biden.
Proprio intorno all'ex presidente il cerchio si stringe sempre di più. Mentre il suo ex consigliere personale – oltre che legale – Michael Cohen lo sfida con la sua testimonianza in tribunale, il tycoon viene tradito» anche da uno dei suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca.
Mark Meadows, l'ex capo dello staff che per mesi lo ha difeso a spada tratta, gli gira le spalle e stringe un accordo con il procuratore speciale JackSmith, il grande nemico di Trump, colui che rischia di inchiodarlo.
A Meadows viene concessa l'immunità – qualsiasi cosa che dirà di fronte al gran giurì non potrà essere usata contro di lui – in cambio di una sua testimonianza, con la quale rischia di infliggere un colpo potenzialmente fatale al suo ex capo nel caso federale sull'assalto al Congresso del 6 gennaio e i tentativi di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020.
Secondo Trump è una fake news
La notizia riportata da Abc non convince Trump che, a caldo, la bolla subito come una fake news, una «persecuzione». «Non penso che Mark Meadows mentirebbe sulle elezioni truccate e rubate del 2020. Alcuni deboli e codardi probabilmente accetterebbero un accordo, ma non penso che fra questi ci sia Mark Meadows», ha detto su Truth.
L'indiscrezione è però successivamente confermata da altri media svuotando di significato le parole di Trump, costretto a digerire altre dure defezioni nel suo circolo ristretto. La sua ex legale Jenna Ellis, in lacrime in tribunale, si è dichiarata colpevole in Georgia per i tentativi di capovolgere il risultato delle elezioni 2020 dello stato.
Con Ellis salgono a quattro gli imputati nel procedimento che hanno ammesso la loro colpevolezza, spianando la strada a una loro testimonianza contro gli altri incriminati.
Il voltafaccia di Cohen
Le defezioni recenti si aggiungono a quella di alcuni anni fa, forse la più clamorosa, ovvero quella di Michael Cohen, che dichiarò di essere pronto a prendersi anche una pallottola per Trump.
Per la prima volta in cinque anni Cohen si trova faccia a faccia con Trump e lo accusa sotto il suo sguardo attonito. Lo fa dal banco dei testimoni del processo civile di New York, nel quale l'ex presidente è accusato di aver gonfiato il valore degli asset della sua società.
«Mi ha ordinato di gonfiarli a un valore di suo piacimento», ha detto Cohen in aula sotto lo sguardo attento di Trump.
Multa da 10'000 dollari
Trump dovrà pagare 10'000 dollari per aver violato le disposizioni del tribunale di New York che gli vietano di rilasciare dichiarazioni pubbliche sullo staff della corte. L'ex presidente è stato chiamato al banco dei testimoni durante il processo civile suo carico in corso a New York e nel quale è accusato di aver gonfiato il valore degli asset della sua società.
A chiamarlo il giudice Arthur Engoron, che gli chiede di testimoniare in merito a una possibile violazione dell'ordinanza restrittiva sulle dichiarazioni pubbliche contro testimoni, lo staff del tribunale e i pubblici ministeri.
Il riferimento di Ergon è un commento effettuato qualche ora fa da Trump e che appare riferito a un componente dello staff del tribunale. Il tycoon ha negato e spiegato che il suo riferimento era a Michael Cohen, il suo fixer.
Il giudice si è detto non d'accordo: «Il testimone non è credibile», ha detto e gli ha imposto una sanzione di 10'000 dollari. Per l'ex presidente si tratta della seconda violazione in 20 giorni.
Trump non perde popolarità
Le grane legali non minano comunque la popolarità dell'ex presidente fra gli elettori e in Congresso. Trump è saldamente in vantaggio nei sondaggi fra i candidati repubblicani alla Casa Bianca ed è testa a testa con Joe Biden.
E alla camera è stato eletto Speaker uno dei suoi alleati. Anti-abortista convinto, Johnson è stato in prima linea nei tentativi di bloccare la certificazione del voto del 2020.