Guerra in Ucraina Massacro di civili a Bucha, shock di Berna e delle istituzioni europee

cp

3.4.2022 - 20:40

Soldati camminano tra i carri armati russi distrutti a Bucha, nella periferia di Kiev.
Soldati camminano tra i carri armati russi distrutti a Bucha, nella periferia di Kiev.
AP

Le «spaventose» immagini del massacro dei civili di Bucha, cittadina del nord-ovest della capitale ucraina, creano un profondo shock nelle istituzioni europee che chiedono più sanzioni verso la Russia, ma anche alla Svizzera che vuole indagini della Corte penale internazionale, ma anche di altre istituzioni.

3.4.2022 - 20:40

Dal canto suo, il capo dei soccorritori Serhii Kaplytchny fa sapere che 57 corpi sono stati trovati in una fossa comune a Bucha. Una dozzina erano visibili, alcuni solo parzialmente sepolti.

«Le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall'esercito ucraino lasciano attoniti. La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto», diachiara il premier italiano Mario Draghi. «L'Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, e esprime piena vicinanza e solidarietà all'Ucraina e ai suoi cittadini», aggiunge.

«Dobbiamo fare chiarezza su questi crimini dei militari russi», dice a sua volta il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Il comitato internazionale della Croce rossa abbia accesso all'area per documentare in modo indipendente le atrocità», propone inoltre.

Il presidente francese Emmanuel Macron denuncia le immagini «insostenibili» provenienti da Bucha. «Sconvolta dalle notizie di indicibili orrori nelle aree da cui si sono ritirati i russi. Un'inchiesta indipendente è necessaria e urgente»: così reagisce invece la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. «Vanno imposte sanzioni ancora più dure» alla Russia, chiede la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola.

Reazioni anche oltre Oceano

Anche il capo della diplomazia statunitense Antony Blinken e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg hanno condannato alla Cnn le atrocità contro i civili attribuite ai russi a Bucha. «Quelle immagini sono un pugno allo stomaco», ha reagito Blinken, ribadendo che gli Stati Uniti stanno documentando eventuali «crimini di guerra», senza però dire se li considera crimini contro l'umanità o genocidio.

Quelle di Bucha sono violenze «orribili», ha detto Stoltenberg denunciando una «brutalità inedita in Europa da decenni». Blinken e Stoltenberg hanno ammonito che quello delle truppe russe non è un «vero ritiro».

«Hanno ancora la capacità di seminare la morte e la distruzione in modo massiccio, compresi luoghi come Kiev, con bombardamenti aerei e missili», ha detto Blinken alla Nbc. «Non dobbiamo essere troppo ottimisti», ha detto Stoltenberg perchè «temiamo un potenziale aumento degli attacchi, in particolate nel sud e nell'est. Non è un vero ritiro, è più un adattamento della loro strategia».

Anche Berna sostiene le indagini sul presunto massacro

Anche la Svizzera sostiene le indagini su presunte violazioni del diritto umanitario internazionale a Bucha, «che lasciano presupporre gravi infrazioni», indica il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) su twitter.

Nel suo tweet il DFAE ha espressamente menzionato indagini della Corte penale internazionale, ma anche di altre istituzioni. La Confederazione invita tutte le parti coinvolte a rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e a proteggere la popolazione civile, scrive il DFAE.

Dopo il ritiro delle truppe russe, l'Ucraina - stando a proprie informazioni - ha recuperato nella regione intorno a Kiev i corpi di 410 civili.

Mosca respinge le accuse

Mosca respinge però le accuse di aver ucciso civili a Bucha. Lo ha detto il Ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta la Tass, bollando le foto ed i video sui morti di Bucha come «fake news» prodotte da Kiev e dai media occidentali. Mosca ha aggiunto che la cittadina è stata bombardata dagli ucraini quando era ancora controllata dai russi.

A Odessa sono intanto tornate a suonare le sirene di allarme con le autorità che hanno invitato la popolazione a mettersi al riparo, nelle abitazioni o nei rifugi. Mentre diversi missili russi hanno colpito il porto di Mykolaiv sul Mar Nero, secondo quanto riferito da Anton Gerashchenko, collaboratore del ministero ucraino mdell'Interno, scrive il Guardian.

Le forze russe hanno distrutto la più grande raffineria dell'Ucraina a Kremenchuk durante un attacco missilistico di venerdì scorso. Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky accusa la Russia di commettere un «genocidio» in Ucraina per spazzare via «l'intera nazione».

La Lituania rifiuta l'importazione di gas dalla Russia

«D'ora in poi la Lituania non consumerà un solo centimetro cubo del gas tossico russo. La Lituania è il primo Paese Ue a rifiutare l'importazione di gas dalla Russia». Lo scrive su Twitter la premier del Paese baltico Ingrida Simonytė.

Un'esplosione si è verificata oggi nel villaggio di Tomarovka nella regione russa di Belgorod, a 40 km dal confine dell'Ucraina. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione del distretto urbano di Yakovlevsky Oleg Medvedev, come riporta l'agenzia Ria Novosti. Venerdì Mosca aveva denunciato un attacco aereo ucraini su un deposito di petrolio, sempre a Belgorod.

Il Papa incontra i migranti a Malta e parla ancora una volta del dramma in Ucraina: «Le vostre storie fanno pensare a quelle di migliaia e migliaia di persone che nei giorni scorsi sono state costrette a fuggire dall'Ucraina a causa della guerra ingiusta e selvaggia».

Il capo della Cia intraprese due missioni top secret

Intanto è emerso che nei mesi che precedettero l'invasione russa dell'Ucraina, il capo della Cia William Burns intraprese due missioni top secret.

La prima a Mosca, per recapitare a Vladimir Putin il messaggio che l'Occidente avrebbe risposto con dure sanzioni se avesse attaccato il Paese vicino.

La seconda a Kiev, per rivelare al presidente Volodymyr Zelensky i piani del Cremlino, fornendo informazioni cruciali nei primi giorni di guerra per sventare il blitz contro l'aeroporto della capitale.

cp