Guerra in Ucraina Putin sfida USA e UE: «Sanzioni folli, avete fallito»

SDA

17.6.2022 - 22:13

Il presidente russo Vladimir Putin (foto d'archivio)
Il presidente russo Vladimir Putin (foto d'archivio)
KEYSTONE/AP/Mikhail Metzel

Le sanzioni dell'Occidente «sono folli e sconsiderate, il loro scopo era schiacciare l'economia della Federazione russa ma non non hanno funzionato». Gli Stati Uniti «pensano di essere l'unico centro del mondo» e, «dopo aver rivendicato la vittoria nella Guerra Fredda, si sono dichiarati il messaggero di Dio sulla Terra, che non ha obblighi, solo interessi».

Ma ormai «l'era dell'ordine mondiale unipolare è finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo», mentre «la Russia sta entrando in una nuova era di potenza e diventerà ancora più forte». Al 25esimo Forum Economico di San Pietroburgo, la Davos russa quest'anno inevitabilmente disertata dai big della finanza e della politica occidentali, Vladimir Putin sfodera la sua versione della storia.

Dopo un iniziale ritardo per un attacco hacker al sistema di accredito dei partecipanti, lo zar si è lanciato in un discorso proseguito per ore – tra lo speech programmato e il flusso di commenti sul palco – accanto al presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev e sollecitato dalle domande certo non aggressive della caporedattrice di Russia Today, la tv del Cremlino, Margarita Simonyan.

Sulle rive della Neva è sfilato il nuovo mondo di Putin, quello dei Paesi satellite di Mosca e dei partner non allineati alle sanzioni e alla condanna della guerra: primo fra tutti, il presidente cinese Xi Jinping, che ha consegnato un videomessaggio per ribadire la relazione privilegiata con Mosca.

«I crescenti rapporti commerciali tra Cina e Russia dimostrano che la cooperazione tra i due Paesi è resistente alle fasi di tensione e ha del potenziale», ha detto il leader di Pechino, tracciando una volta di più le priorità del Dragone, attento a custodire la partnership strategica ma anche a non farsi invischiare nelle questioni di «sicurezza nazionale». E del resto, ha spiegato il leader di Mosca brindando a un interscambio destinato a nuovi record, la Russia non si aspetta che la Cina la «accompagni» in tutto. Ma Xi, ha assicurato, è «un amico in tutti i sensi».

«La Russia resta aperta al mondo»

Nei suoi interventi, Putin ha alternato stoccate ad apparenti aperture, sferzando l'Occidente sulle sue «illusioni geopolitiche» che mirano a «cancellare» una Russia ribelle, ma promettendo che il suo Paese resterà «aperto al mondo» e non porrà ostacoli quando, «con il passare del tempo, molti dei nostri partner, o almeno quelli europei, torneranno al mercato russo». D'altronde, ha aggiunto, «l'Ue ha perso irreversibilmente la sovranità» e i nuovi equilibri porteranno «a un'ondata di radicalismo e in prospettiva a un cambiamento di élite», quindi di interlocutori.

Sul «futuro delle relazioni internazionali» si è detto quindi «più ottimista che pessimista», promettendo collaborazione con l'Onu sull'emergenza alimentare. Ma intanto, per lui il Paese si sarebbe già ripreso dallo shock iniziale delle sanzioni, e «le cupe previsioni sulle prospettive per l'economia russa, che risuonavano all'inizio della primavera, non si sono avverate».

Della guerra – sempre «operazione militare speciale» – il leader del Cremlino è tornato a parlare come di una «tragedia» purtroppo «necessaria», conseguenza del «sanguinoso colpo di stato in Ucraina del 2014». L'intervento armato russo, quindi, significa per lui assolvere il compito di protezione delle autoproclamate repubbliche del Donbass, che Mosca aveva «il pieno diritto» di riconoscere.

Gli obiettivi militari in Ucraina, ha avvertito ancora una volta, «saranno raggiunti», poi toccherà agli abitanti delle terre «liberate» decidere sul loro futuro. Il copione, insomma, resta quello consolidato sin dall'inizio: un intervento difensivo per «denazificare» e non aggressivo, tanto che oggi, ha giurato, «la Russia non minaccia nessuno con le armi nucleari».

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