Stati UnitiTrump riempie l'ultima casella: l'agricoltura va a Brooke Rollins
SDA
24.11.2024 - 19:39
Con l'alleata di lunga data e presidente del prestigioso America First Policy Institute Brooke Rollins alla guida del dipartimento per l'Agricoltura, Donald Trump ha completato la sua squadra di governo 20 giorni dopo aver vinto le elezioni.
24.11.2024, 19:39
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«Proteggerà gli agricoltori americani, che sono la spina dorsale del nostro Paese», ha affermato Trump in una nota pubblicata sul suo social media Truth annunciando la nomina.
Ex consigliera della Casa Bianca durante il primo mandato del presidente eletto, la 52enne del Texas è stata direttrice dell'Office of American Innovation e direttrice ad interim del Domestic Policy Council. Cresciuta in una fattoria, Rollins ha iniziato sin da giovane a lavorare nel settore e si è laureata in scienze dello sviluppo agricolo alla Texas A&M University.
Se sarà confermata dal Senato, gestirà uno dei dipartimenti più importanti per l'amministrazione, quello che supervisiona i sussidi agricoli, i programmi alimentari federali, le ispezioni sulla carne e che, soprattutto, dovrà rinegoziare l'accordo commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico, che potrebbe comportare l'imposizione delle tariffe promesse dal tycoon.
Grande amica di Jared Kushner, il marito di Ivanka Trump, Rollins è stata in pole position per diventare chief of staff ruolo poi assegnato a Susie Wiles.
Le 15 posizioni chiave sono state attribuite
La sua nomina segna la fine di un tour de force del transition team per riempire le 15 caselle principali del governo, con alcune scelte che hanno fatto alzare più di un sopracciglio anche nel partito repubblicano e potrebbero non essere confermate.
Tra queste – dopo la dipartita di Matt Gaetz – ci sono Robert Kennedy jr alla Sanità, Tulsi Gabbard alla guida dell'intelligence nazionale, Pete Hegseth al Pentagono e Lara McMahon all'Istruzione.
Gli ultimi due sono entrambi coinvolti in scandali sessuali: il primo è accusato di abusi sessuali da una donna che ha poi pagato per mantenere il silenzio sul rapporto che, lui sostiene, era consensuale; la seconda per aver coperto le molestie di un suo impiegato contro dei ragazzi.
I nomi dei donatori per la transizione, una rottura con la tradizione
Intanto fa discutere la scelta di Trump di non rivelare i nomi dei donatori che stanno finanziando la sua transizione, una rottura con la tradizione che potrebbe rendere impossibile capire quali gruppi di interesse, imprese o persone facoltose stiano aiutando a lanciare il suo secondo mandato.
Secondo il New York Times, il presidente eletto ha finora rifiutato di firmare un accordo con l'amministrazione Biden che impone limiti rigorosi alla raccolta di finanziamenti in cambio di un massimo di 7,2 milioni di dollari in fondi federali destinati alla transizione. Eludendo l'accordo, The Donald può raccogliere somme illimitate di denaro da donatori sconosciuti per pagare il personale, i viaggi e gli uffici necessari per prepararsi a prendere il controllo della Casa Bianca. È il primo presidente eletto ad adottare questo modus operandi.
Transizione? Mancano le firme sugli accordi
Il transition team del tycoon, guidato da Linda McMahon e Howard Lutnick, entrambi nominati per incarichi di governo, ha più volte affermato che intende firmare gli accordi con l'amministrazione Biden, ma ha già mancato due scadenze ad ottobre e settembre e non sembra che si appresti a farlo.