USAAl secondo duello TV dei repubblicani in 4 attaccano Trump
SDA
28.9.2023 - 07:46
Tutti contro tutti, ma solo quattro contro Donald Trump. Il secondo dibattito fra gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca non regala grandi spunti e nella prima ora è quasi noioso, fatta eccezione per gli attacchi all'ex presidente dei suoi ex alleati.
28.09.2023, 07:46
28.09.2023, 08:16
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A puntare per primo il dito contro Trump, ancora una volta assente dal palco, è Ron DeSantis, per anni ritenuto il delfino del tycoon. «Dovrebbe essere qui con noi, invece è missing in action», ha detto il governatore della Florida, accusandolo di aver aggiunto al debito 7800 miliardi e di aver così preparato il terreno all'inflazione di oggi (un assist subito incassato su X da Joe Biden).
Incontro snobbato da Trump
L'ex governatore del New Jersey Chris Christie ha rincarato la dose, prima di Mike Pence e Nikki Haley. «Donald lo so che stai guardando, non puoi resistere. Hai paura di essere su questo palco a difendere i tuoi risultati», ha detto inventando per lui il nomignolo «Donald Duck», ossia il poco coraggioso Paperino.
Gli attacchi per ora non hanno scatenato Trump, che ha snobbato il secondo dibattito alla Reagan Library per lanciarsi in un comizio in Michigan fra i lavoratori dell'industria dell'auto in sciopero. «Sono qui per difendere la classe lavoratrice» ha detto l'ex presidente agli operai, spiegando loro che la politica di Joe Biden per le auto elettriche non fara' altro che favorire la Cina uccidendo migliaia di posti di lavoro.
Lo sciopero del potente sindacato dei metalmeccanici americano è sbarcato anche al dibattito ospitato da Fox. «Biden invece che manifestare con i lavoratori, dovrebbe essere fra le fila dei disoccupati. La Bidenomics è un fallimento», ha criticato l'ex vicepresidente Mike Pence, cavalcando in più occasioni la sua lunga esperienza per dipingersi come il candidato repubblicano più adatto alla presidenza e a sfidare Biden.
Economia e Ucraina
Sul fallimento delle politica economica del presidente gli aspiranti repubblicani sono tutti d'accordo. Le differenze sostanziali sono invece emerse sul come rimediare la situazione creata da Biden, così come sull'Ucraina. «E' nel nostro interesse finire questa guerra, basta assegni in bianco a Kiev», ha tuonato DeSantis. Per Nikke Haley e Pence, invece, una vittoria della Russia in Ucraina sarebbe una vittoria della Cina. Anche gli altri principali candidati in qualche modo sono a favore del sostegno a Kiev.
L'ex governatrice del South Carolina ha trascorso la prima parte del confronto televisivo nell'ombra, poi è emersa attaccando DeSantis, Tim Scott e Vivek Ramaswamy. «Ogni volta che ti ascolto mi sento un po' più stupida», ha detto Haley al giovane outsider Ramaswamy, uno dei protagonisti del primo dibattito.
Strada spianata per il tycoon
Poi l'ex governatrice ha puntato il dito contro Scott per i risultati ottenuti in Senato, e si è scagliata contro DeSantis. «La sicurezza energetica è sicurezza nazionale. DeSantis è contrario al fracking», lo ha accusato. Il governatore della Florida si è fatto una risata, ha respinto le accuse bollandole come false e ha assicurato che la sua politica energetica farà scendere immediatamente il prezzo delle benzina.
I moderatori di Fox hanno cercato di mantenere l'ordine, incalzando in diverse occasioni i candidati per ottenere risposte. Fra le domande grande spazio ai temi sociali, dall'istruzione all'Obamacare, ma nessun riferimento diretto ai guai legali dell'ex presidente che, anche al termine del secondo dibattito, non sembra correre alcun pericolo nella sua corsa incontrastata alla nomination.