Germania Scholz dopo il voto: «Tutti facciano muro contro l'ultradestra»

SDA

2.9.2024 - 20:19

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (foto d'archivio)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (foto d'archivio)
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Il risultato raccolto dai socialdemocratici tedeschi nell'est della Germania è fra i peggiori di sempre, ma all'indomani dello shock per l'avanzata dell'Afd il cancelliere Olaf Scholz prova a dettare la linea: «L'estrema destra danneggia la Germania» e va isolata.

Loro ovviamente, i vincitori delle elezioni, che per la prima volta hanno raggiunto la vetta della lista in Turingia, sostengono esattamente il contrario: «Quello di Alternative für Deutschland è un risultato storico. Scholz dovrebbe trarre le conseguenze e fare le valigie insieme agli alleati.

La gente chiede che la politica cambi. Rispettate gli elettori, i cordoni sanitari sono antidemocratici», ha scandito col suo tono agguerrito la leader nazionale Alice Weidel.

Mentre la Cdu di Friedrich Merz ha ripreso ad incalzare: «Il governo corregga le politiche sulla migrazione, noi lo abbiamo fatto e non andremo indietro di un millimetro». Controlli alle frontiere e respingimenti è la rivendicazione del partito che, al seguito dei populisti, vuole cancellare le politiche di accoglienza di Angela Merkel. I nodi sono tanti e difficili da sciogliere, l'incertezza è diffusa ed evidente.

La Turingia del nazionalista Bjoern Hoecke è il modello di quel che fra al massimo un anno potrebbe accadere anche a livello federale: con un parlamento frammentato, partiti populisti molto forti e la difficoltà di governare. E nelle regioni dell'ex Ddr la difficoltà salta agli occhi in queste ore: escludendo Afd, per formare l'esecutivo la Cdu dovrà allearsi con il Bsw, il partito rossobruno di Sahra Wagenknecht, che Merz ha definito oggi «una black box, o una red box, non sappiamo cosa ci sia dentro». Ma se pure ci si riuscisse, quanto potrà durare?

Scholz: «I risultati sono amari, ma la Spd ha tenuto»

Intanto Scholz ha trovato il coraggio di dirsi sollevato. «I risultati sono amari, anche per noi. Ma la Spd ha tenuto», ha commentato. «Si vede che combattere vale la pena, adesso bisogna aumentare i consensi». Il Kanzler ha espresso sollievo per il fatto che non si siano verificate «le previsioni più nere», ovvero l'uscita dai parlamentini.

Questa era in effetti la linea rossa dei socialdemocratici, che oggi Gerhard Schroeder ha accusato di aver sbagliato «nel formulare una svolta epocale nei confronti della Russia, soprattutto nell'est». «Un errore» che ha prodotto un risultato «catastrofico», per l'ex cancelliere, che il partito ha cercato di bandire a causa degli affari con Vladimir Putin.

Sulla gravità dell'esito elettorale però ha ragione: in Sassonia l'Spd ha raggiunto il 7,3% e in Turingia 6,1%, gli esiti peggiori dal 1990. In Turingia è il peggiore di sempre in una regione. E non è andata meglio agli alleati: i Verdi sono finiti fuori in Turingia. Assieme ai liberali, con una manciata di voti a stento misurabile, intorno all'1%.

In questo scenario Scholz ha però mantenuto le redini in mano e ribadito: «Alternative für Deutschland danneggia la Germania, indebolisce l'economia, divide la società e rovina l'immagine del Paese. Tutti i partiti democratici sono chiamati a costruire governi stabili senza l'estrema destra», l'ammonimento.

Neppure i liberali hanno una alternativa

Sul fronte degli alleati, chi temeva che qualcuno facesse saltare il tavolo per ora può respirare: neppure i liberali hanno una alternativa al cosiddetto semaforo attualmente, dal momento che tornare al voto li esporrebbe all'estinzione.

«In Sassonia e Turingia abbiamo fallito ed è stata una sconfitta dolorosa», ha commentato Christian Lindner. «Il nostro partito si trova in una situazione difensiva perché fa parte di una coalizione non amata – ha aggiunto -. Adesso dobbiamo fare in modo che quello che abbiamo concordato venga rapidamente implementato sull'economia, servono impulsi per la crescita e per l'industria».

Fra i vincitori di domenica c'è ovviamente lei, Sahra Wagenknecht, che ha definito la giornata di ieri «straordinaria» per il Bsw, partito che porta il suo nome. L'ex esponente dell'estrema sinistra entrata nel ruolo della pragmatica e comunque sospettata di essere filo-putiniana ha anche chiarito di nuovo che chi vorrà coalizzarsi con il Bsw dovrà parlare con lei.

La Cdu, che è arrivata prima in Sassonia e seconda in Turingia e dovrà verosimilmente formare i due governi regionali, ha aperto: Mario Voigt e Michael Kretschmer si sono mostrati possibilisti. Ma c'è anche chi fra i loro colleghi ha già sollevato l'opzione di invitare ai colloqui l'estrema destra.

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