Guerra in Medio OrienteSi infiamma il nuovo fronte, gli Houthi minacciano Tel Aviv
SDA
21.7.2024 - 21:33
Lo scontro con gli Houthi, alleati dell'Iran, si infiamma e l'esercito israeliano è convinto che questo diventerà sempre più centrale nella guerra multi fronti innescata dall'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso.
21.07.2024, 21:33
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Il leader dei miliziani yemeniti Abdul Malik al Houthi, citato da Mayadeen news, ha minacciato che «il nemico israeliano non è più al sicuro in quella che viene chiamata Tel Aviv». «Gli Houthi dello Yemen continueranno ad attaccare Israele, non ci saranno linee rosse nella risposta a Israele», ha aggiunto ad Al Jazeera Mohammed Abdulsalam, portavoce del gruppo.
Nella prima reazione al raid dell'esercito israeliano sul porto yemenita di Hodeidah – che ha fatto 6 morti e circa 80 feriti – la tivù Al Masirah degli Houthi ha riferito che sono stati lanciati missili balistici verso il porto di Eilat, estrema punta sud di Israele sul Mar Rosso.
E che – ha aggiunto l'emittente – un'operazione navale, aerea e missilistica, ha colpito la nave americana Pumba sempre nel Mar Rosso. Israele ha quindi fatto sapere di aver intercettato un missile terra-terra diretto verso il territorio israeliano lanciato dallo Yemen.
Secondo il portavoce militare il missile non ha raggiunto il territorio israeliano e le sirene di allarme sono risuonate nella zona nell'eventualità che potessero ricadere frammenti causati dall'intercettazione.
Si prende in seria considerazione il dossier Houthi
Proprio per evitare che si possa ripetere quanto avvenuto, nella notte tra giovedì e venerdì, quando, senza che le sirene suonassero, un drone esplosivo – dopo aver percorso dallo Yemen circa 2.600 chilometri sul Mar Rosso e sul Mediterraneo – è caduto a Tel Aviv tra due edifici non lontani dalla sede locale dell'ambasciata Usa facendo una vittima.
L'esercito israeliano e, in particolare l'aviazione, stanno dunque prendendo in seria considerazione il dossier Houthi. E si sta preparando alla possibilità di dover attaccare altri obiettivi in Yemen.
Per far fronte alle nuove minacce da Sanaa – dopo gli oltre 200 tra missili e droni lanciati contro Israele – l'aviazione è all'opera per allargare la difesa aerea del Paese, in particolare nella zona di Eilat e nel sud.
La convinzione dei vertici militari israeliani è che gli Houthi continueranno ad avere un ruolo attivo nella guerra, oramai passata da Hamas a Gaza agli Hezbollah libanesi, alle milizie pro Hamas di Iraq e Siria.
Gli Houthi avrebbero appena ricevuto nuove armi dall'Iran
La decisione di colpire il porto di Hodeida, da una parte, è dovuta – è stato spiegato da fonti militari – al fatto che gli Houthi avevano appena ricevuto nuove armi dall'Iran e, dall'altra perché quello scalo è una fonte di finanziamento economico per il gruppo terroristico.
Sulla situazione di estrema tensione nella regione è intervenuto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres che si è detto «profondamente preoccupato per le notizie di attacchi aerei dentro e intorno al porto di Hodeida». E ha esortato tutti a dar prova della massima moderazione.
Lo stesso ha fatto l'Arabia Saudita il cui ministero degli Esteri ha invitato alla «massima moderazione». Il raid – ha sostenuto Riad – «aggrava l'attuale tensione nella regione e ferma gli sforzi in corso per porre fine alla guerra di Gaza».
Nel frattempo proseguono i tentativi per spegnere l'incendio principale a Gaza che con le sue scintille ha dato fuoco alla regione. Il premier Benyamin Netanyahu, alla vigilia del suo viaggio negli Stati Uniti – dove è previsto per martedì un incontro con il presidente Joe Biden, appena ritiratosi dalla corsa elettorale, e mercoledì l'intervento al Congresso – ha deciso il ritorno di una delegazione al tavolo dei negoziati tenuti dai mediatori di USA, Egitto e Qatar per un nuovo cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.