Rischia di sgretolarsi Quale sarà il futuro del Commonwealth senza la Regina?

dpa/uri

12.9.2022

La Regina Elisabetta II durante una visita in Australia, a Perth, nel 2011.
La Regina Elisabetta II durante una visita in Australia, a Perth, nel 2011.
EPA/DEAN LEWINS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT/ KEYSTONE

Durante il suo lungo regno, la Regina Elisabetta II ha periodicamente attraversato i Paesi del Commonwealth per mantenere i contatti con le ex colonie britanniche. Con la morte della popolare monarca, questa confederazione potrebbe sgretolarsi più in fretta.

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Il Commonwealth delle Nazioni, o semplicemente Commonwealth, comprende oggi 56 Paesi, 15 dei quali hanno come capo di Stato la Regina o il Re del Regno Unito. La confederazione di nazioni, che si estende in tutto il mondo, stava molto a cuore a Elisabetta II. Un tempo era stata fondata per contrastare le aspirazioni di autonomia di ex colonie come il Canada, il Kenya o l'Australia.

Ma alcuni membri - il più recente è Barbados - hanno già voltato le spalle alla Corona e si sono dichiarati delle Repubbliche. Alcuni ritengono che la morte della sovrana di lungo corso potrebbe spingere anche altri Paesi a riconsiderare i loro legami storici con la famiglia reale britannica.

Antigua e Barbuda ad esempio hanno annunciato giusto domenica di voler indire un referendum entro tre anni. Anche Giamaica o Belize appaiono intenzionati a seguirne la strada, come testimoniato dal mezzo fiasco di una visita del neo erede al trono William con la consorte Kate nel pieno dei Giubileo di Platino.

Finché le forze glielo hanno permesso, la Regina ha viaggiato per gli oceani del mondo a bordo dello yacht reale per visitare i suoi sudditi in ogni angolo del globo: uno dei suoi compiti preferiti. Raggiante, ha attraversato le ex colonie a bordo di un'auto scoperta insieme al Principe Filippo, acclamata a gran voce. Ma la «famiglia imperiale» ha ancora un futuro dopo la morte di Elisabetta? Ecco la situazione nei vari Paesi membri.

Una bandiera australiana sventola dietro una statua della Regina Elisabetta II nella capitale australiana, Canberra.
Una bandiera australiana sventola dietro una statua della Regina Elisabetta II nella capitale australiana, Canberra.
Keystone

Australia

La regina Elisabetta II è stata la prima monarca britannica a visitare la lontana Australia. Tra il 1954 e il 2011 ha viaggiato «down under» per un totale di 16 volte. Ma cosa pensano gli australiani dell'avere un capo di Stato reale? Nell'opinione pubblica c'è da tempo una divisione. Alcuni apprezzano la tradizione, altri vogliono staccarsi dalla Royal Family. In un referendum del 1999, il 45% dei votanti voleva che il Paese diventasse una Repubblica, mentre il resto della popolazione era contraria.

In Australia, la morte di Elisabetta II sta riaccendendo il dibattito sulla forma del Governo. Il leader dei Verdi Adam Bandt ha inizialmente espresso le sue condoglianze alla famiglia reale britannica in un tweet di venerdì, ma ha concluso con la frase: «Dobbiamo diventare una Repubblica».

Il nuovo Governo laburista ha parlato per l'ultima volta a giugno di far votare di nuovo gli australiani sulla fine della monarchia. Ma probabilmente non intende tenere un referendum del genere ancora per diversi anni. Gli esperti suggeriscono che, questa volta, potrebbe avere successo.

Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda ha sempre avuto un rapporto stretto, anche se non sempre facile, con la Regina. È stata la prima monarca britannica a visitare la nazione del Pacifico dall'altra parte del mondo, nel 1953, e si è recata in Nuova Zelanda per un totale di dieci volte.

Nel 1981 sfuggì per poco a un attentato a Dunedin, nell'Isola del Sud. Nel 1986, due donne di Auckland lanciarono uova contro l'auto scoperta della Regina, per protestare contro un trattato firmato nel 1840 tra la Corona britannica e i Maori della Nuova Zelanda.

Ci furono proteste anche durante la visita di Elisabetta II nel 1990, in occasione del 150° anniversario della firma del trattato. Nonostante i ripetuti appelli affinché la Nuova Zelanda diventi una Repubblica, finora non sono stati compiuti passi formali. Recentemente, a febbraio, il partito Te Pāti Māori, che rappresenta gli interessi indigeni, ha chiesto il «divorzio» dalla Corona.

Il Primo Ministro Jacinda Ardern venerdì ha elogiato la Regina come «straordinaria» e una costante «durante un cambiamento globale senza precedenti».

Caraibi

Nei Caraibi, la Corona britannica ha recentemente affrontato forti venti contrari: alla fine dell'anno scorso Barbados si è dichiarata una Repubblica, quindi senza un monarca britannico come capo di Stato. Tuttavia, l'isola caraibica rimane membro del Commonwealth.

Anche la Giamaica sta accarezzando l'idea di dichiararsi una Repubblica. Durante una recente visita nella regione, il principe William e Kate Middleton sono stati accolti da proteste. I manifestanti in Belize e Giamaica hanno chiesto, tra le altre cose, le scuse per il coinvolgimento dei reali britannici nella schiavitù degli africani rapiti nella regione, e un risarcimento.

Nei Caraibi, la monarca britannica era capo di Stato di vari paesi, tra cui Antigua e Barbuda, Bahamas, Belize, Grenada e Saint Kitts e Nevis. I governi degli Stati insulari hanno ricordato giovedì Elisabetta II come una grande donna di Stato che ha sostenuto la tolleranza e il senso del dovere. Tuttavia, le aspettative rivolte al nuovo re Carlo III saranno probabilmente alte.

Tuvalu

Il paradiso dei mari del sud è organizzato come una monarchia parlamentare ed è membro del Commonwealth. «Il Ministero piange la scomparsa della Regina Elisabetta II», ha twittato il Ministero degli Esteri dell'isola. In 70 anni di servizio devoto, la Regina ha «fornito stabilità in un mondo in continuo cambiamento».

Elisabetta II ha visitato Tuvalu solo una volta, nell'ottobre 1982. In due referendum sulla monarchia, nel 1986 e nel 2008, la maggioranza dei residenti ha votato per il suo mantenimento. Dall'anno scorso il problema si è ripresentato.

Canada

Il secondo Paese più grande al mondo per superficie, con una popolazione di circa 38 milioni di abitanti, è entrato a far parte del Commonwealth nel 1931 dopo aver ottenuto l'indipendenza legislativa.

Il capo di Stato nominale della monarchia britannica è rappresentato in Canada da un governatore generale; dal 2021, la carica è stata ricoperta per la prima volta da una persona di origine indigena, Mary Simon.

Sia Simon che il Primo Ministro Justin Trudeau hanno espresso le loro condoglianze in seguito alla morte della Regina Elisabetta II. «Quando tornava nel suo amato Canada, diceva sempre: ‹È bello tornare a casa›», ha condiviso Trudeau. «Qui era davvero di casa e i canadesi non hanno mai smesso di ricambiare l'affetto».

Anche altri membri della famiglia reale si sono recati in Canada a più riprese, l'ultima volta è stato il turno di Carlo e Camilla, a maggio.

Kenya

21 Paesi africani sono membri del Commonwealth delle Nazioni, ma un monarca britannico non è capo di Stato da nessuna parte.

Il neo rieletto Presidente del Kenya William Ruto ha scritto giovedì sera su Twitter che è ammirevole il modo in cui la Regina ha guidato il Commonwealth negli ultimi 70 anni. «Ha trasformato questa istituzione in un forum per un'efficace cooperazione multilaterale». Aggiungendo che il Commonwealth potrebbe innegabilmente far progredire lo sviluppo sociale ed economico e che questa è l'eredità storica della Regina.

Ghana

Il popolo del Ghana ha un ricordo molto bello delle due visite della Regina Elisabetta II, ha scritto su Twitter il Presidente Nana Akufo-Addo. Il Ghana è entrato a far parte del Commonwealth nel 1957, dopo la sua indipendenza.

La giovane monarca ha visitato per la prima volta il Paese dell'Africa occidentale nel 1961 e il Presidente Akufo-Addo ha aggiunto che la Regina ha sempre creduto che il Commonwealth potesse fare del bene al mondo. «È stata la roccia che ha garantito che l'organizzazione rimanesse fedele ai suoi valori positivi».