RussiaPutin e Pezeshkian concludono un patto «stategico». Nessun uomo di Mosca alla cerimonia di Trump
SDA
17.1.2025 - 22:12
Dopo lunghi mesi di trattative, la Russia e l'Iran hanno concluso oggi un trattato di 'partenariato strategico' della durata di almeno 20 anni che comprende una cooperazione anche nel campo militare e della sicurezza.
Keystone-SDA
17.01.2025, 22:12
SDA
La cerimonia della firma al Cremlino ha coronato tre ore di colloqui tra Vladimir Putin e il presidente iraniano Massud Pezeshkian. Ma, da quello che hanno riferito i media russi, non sembra stringente come quello siglato lo scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che secondo i Paesi occidentali ha portato allo schieramento di almeno 10.000 soldati nordcoreani nella regione russa di Kursk.
Mosca e Teheran non si forniranno aiuto militare a vicenda
La differenza principale starebbe nel fatto che mentre l'accordo con Pyongyang prevede un' assistenza militare reciproca diretta in caso di aggressione alla Corea del Nord o alla Russia (come nel Kursk, appunto), quello con Teheran si limiterebbe a stabilire che Russia e Iran non forniranno assistenza, militare o di altro tipo, a un Paese che aggredisca uno dei due Stati.
Questo escluderebbe quindi l'invio di truppe, sebbene l'Iran sia accusato di fornire alla Russia fin dall'inizio del conflitto in Ucraina assistenza militare, specie sotto forma dei droni d'attacco Shahed. Ma quando, nella conferenza stampa congiunta, è stata posta a Pezeshkian una domanda sul conflitto, il presidente ha detto che l'Iran spera in una sua «soluzione politica».
Si attende l'apporto di Trump
Mosca aspetta di vedere quale sarà l'apporto che Donald Trump darà concretamente a questa possibile soluzione politica. «Non dobbiamo nutrire aspettative eccessive», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che il segretario al Tesoro designato dal futuro presidente, Scott Bessent, durante l'audizione di conferma al Senato si è detto favorevole a imporre sanzioni ancora più dure sul petrolio della Russia per costringerla a «sedersi al tavolo» delle trattative.
Nessun rappresentante russo a Washington per insediamento di Trump
Mosca ha anche annunciato che nessun suo rappresentante parteciperà lunedì alla cerimonia d'insediamento di Trump. E Putin ha aggiunto un messaggio di sfida, affermando che la Russia e l'Iran «resistono con risolutezza alle pressioni esterne e ai diktat» di chi impone «sanzioni illegittime motivate politicamente».
Guerra in Ucraina: «Nemico subisce perdite significative»
Mosca ostenta sicurezza anche in merito all'andamento delle operazioni sul terreno. Il ministero della Difesa ha detto che le forze russe sono all'offensiva «in tutte le direzioni» per respingere le truppe d'invasione ucraine nel Kursk e che hanno finora liberato 800 chilometri quadrati, pari a oltre il 60% del territorio occupato dalle forze di Kiev nella loro penetrazione, cominciata all'inizio dello scorso agosto.
«Il nemico subisce perdite significative e si ritira dai territori occupati, nonostante il trasferimento verso di essi di riserve aggiuntive», si legge in un bollettino del dicastero. La Russia ha anche riferito di un nuovo attacco ucraino che sarebbe stato compiuto giovedì contro la regione di Belgorod con l'impiego di sei missili americani Atacms. E come sempre, il ministero della Difesa ha promesso appropriate «misure di ritorsione».
Zelensky: «Gli attacchi ci ricordano con chi abbiamo a che fare»
Volodymyr Zelensky ha invece denunciato l'uccisione di almeno quattro persone in un bombardamento missilistico russo sulla sua città natale di Kryvyi Rih. «Sono stati danneggiati normali edifici residenziali, un istituto scolastico e altre infrastrutture cittadine», ha detto il presidente ucraino. «Ogni attacco terroristico di questo tipo ci ricorda con chi abbiamo a che fare», ha detto ancora Zelensky, affermando che la Russia può essere «fermata solo da una pressione comune di tutti coloro che nel mondo hanno a cuore la vita».
La situazione in Siria
Nei colloqui al Cremlino, Putin e Pezeshkian hanno parlato anche della situazione in Medio Oriente, con particolare attenzione alla Siria dopo la caduta del loro comune alleato Bashar al Assad.
Mosca, ha dichiarato il presidente russo, vuole contribuire ad una «soluzione complessiva in questo Paese sulla base del rispetto della sua sovranità, indipendenza e integrità territoriale».
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