Guerra I droni ucraini attaccano gli aeroporti russi

SDA

6.12.2022 - 21:00

Continuano gli attacchi con i droni agli aeroporti russi, facendo salire al massimo il livello di allerta a Mosca. L'ultimo episodio, nella regione di Kursk, vicino al confine con l'Ucraina, ha visto colpito uno scalo dove un serbatoio di carburante ha preso fuoco ed è bruciato per ore.

Un soldato ucraino fa volare un drone durante un'operazione militare contro gli avversari nel Donetsk, in un luogo non specificato, il 4 dicembre (immagine simbolica).
Un soldato ucraino fa volare un drone durante un'operazione militare contro gli avversari nel Donetsk, in un luogo non specificato, il 4 dicembre (immagine simbolica).
KEYSTONE/AP Photo/Roman Chop

Nulla a che vedere per importanza simbolica con gli attacchi di lunedì a due basi di bombardieri strategici nelle regioni di Ryazan e Saratov, a centinaia di chilometri dalla linea del fronte, con un bilancio di tre militari morti e quattro feriti.

Ma comunque un segnale che per il Cremlino conferma l'esigenza di prendere tutte «le misure necessarie per garantire la sicurezza» di fronte «ai continui attacchi terroristici di Kiev sul territorio russo».

Le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov fanno risaltare la preoccupazione di Mosca per la nuova strategia che l'Ucraina – senza rivendicare ufficialmente queste operazioni – sembra decisa a portare avanti per far vedere la sua capacità di colpire il nemico in profondità sul suo territorio.

Non è dato sapere se di questo siano stati informati preventivamente gli Usa, che per scongiurare il pericolo di un coinvolgimento diretto nel conflitto hanno più volte rifiutato di fornire a Kiev missili capaci di raggiungere obiettivi così distanti.

Ma sicuramente ne hanno parlato i ministri della Difesa americano, Lloyd Austin, e ucraino, Oleksii Reznikov, in un colloquio telefonico in seguito al quale il Pentagono ha detto di volere continuare a sostenere Kiev soprattutto nella «difesa aerea».

Zelensky in Donbass

Intanto, all'indomani della pioggia di missili russi che hanno colpito l'Ucraina dopo gli attacchi alle due basi, il presidente Volodymyr Zelensky ha visitato il Donbass, recandosi vicino alla linea del fronte in occasione della Giornata delle Forze armate.

Quasi una risposta alla trasferta fatta il giorno prima da Vladimir Putin al ponte che unisce la Crimea alla Russia, in fase di ricostruzione dopo l'attentato subito l'8 ottobre, che il presidente ha percorso alla guida di un'auto. Zelensky ha visitato Sloviansk, a circa 40 chilometri da Bakhmut, attualmente il principale e più sanguinoso campo di battaglia nella regione.

Nel Donbass le forze ucraine avrebbero perso solo nel mese di novembre 8300 soldati, stando alla cifra fornita dal ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, che ha invece taciuto sul tributo di sangue versato dalle sue truppe.

Successo negli scambi di prigionieri

L'unico canale di dialogo a dare per ora risultati riguarda lo scambio di prigionieri. Anche martedì ne sono stati liberati 60 per parte. Ma i bombardamenti da entrambe le parti continuano.

Le autorità locali ucraine hanno detto che i russi hanno colpito l'edificio del servizio idrico di Kherson uccidendo un impiegato. Mentre il sindaco filorusso di Donetsk ha detto che sei civili sono morti in un bombardamento ucraino con razzi Grad che hanno colpito un mercato e la stazione sud degli autobus.

Putin discute misure per la sicurezza interna

Nel frattempo Putin ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale per discutere le misure per la sicurezza interna, poco dopo il nuovo attacco all'aeroporto di Kursk. Non è stato detto quali siano queste misure. Ma si sa che il governatore di Kursk, seguendo l'esempio di quello della regione vicina di Belgorod, anch'essa confinante con l'Ucraina e presa di mira da frequenti bombardamenti, ha annunciato la creazione di reparti popolari di difesa territoriale.

Da parte sua il governatore di Sebastopoli, la città in Crimea che ospita il quartier generale della flotta russa del Mar Nero, ha fatto sapere che anche qui la scorsa notte sono stati abbattuti due droni, ma prima che potessero avvicinarsi alla costa.

Sul fronte diplomatico le sole dichiarazioni vengono come ormai consuetudine negli ultimi giorni dal presidente francese Emmanuel Macron, che parla anche della necessità di «discussioni territoriali sull'Ucraina», aggiungendo però che su di esse sarà Kiev a dover decidere.

Il Cremlino invece non vede «prospettive per i colloqui di pace». Niente, insomma, sembra per ora poter fermare un conflitto che secondo l'Onu ha provocato 6,5 milioni di sfollati interni e 7,8 milioni di rifugiati registrati in tutta Europa.