«Il momento per una svolta storica» Ecco il piano di pace di Trump per il Medio Oriente

ATS / sam

28.1.2020 - 20:53

Il presidente americano Donald Trump illustra il suo piano per la pace in Medio Oriente in una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Il presidente americano Donald Trump illustra il suo piano per la pace in Medio Oriente in una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Source: Keystone/AP/ALEX BRANDON

«Quello di oggi è un grande passo verso la pace»: lo ha affermato il presidente americano Donald Trump annunciando il piano di pace per il Medio Oriente. «È giunto il momento per una svolta storica», ha aggiunto.

La soluzione proposta dall'inquilino della Casa Bianca prevede due Stati: accanto a Israele, lo Stato palestinese, con capitale Gerusalemme Est.

«La gente in Medio Oriente, soprattutto i giovani, sono pronti per un futuro migliore», ha affermato Trump in una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, sostenendo che il piano di pace conta 80 pagine ed è «il più dettagliato» mai presentato finora.

Cosa prevede il piano di pace

Il piano di pace prevede tra l'altro investimenti per 50 miliardi di dollari a favore dei palestinesi, ha spiegato il presidente americano, assicurando che «ci sono molti Stati pronti a investire». Egli ha quindi annunciato che, se ci sarà l'accordo tra le parti, gli Stati Uniti apriranno un'ambasciata a Gerusalemme Est, confermando che quest'ultima potrebbe essere la capitale del futuro Stato palestinese.

Trump ha pure dichiarato che Netanyahu gli ha detto che il piano di pace è una base per negoziati diretti e ha annunciato di aver inviato una lettera al presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen sul piano di pace e ha evocato un tempo di 4 anni per negoziare.

Secondo Trump «questa potrebbe essere l'ultima opportunità per arrivare a una pace in Medio Oriente». 

Netanyahu: «Un giorno storico per Israele»

«Questo è un giorno storico per lo Stato d'Israele e uno dei giorni più importanti nella mia vita»: lo ha affermato su Facebook il premier israeliano Benyamin Netanyahu, poco prima della presentazione da parte del presidente americano Donald Trump del proprio piano di pace mediorientale.

Il testo di Netanyahu è accompagnato da una fotografia che lo mostra impegnato in una consultazione con l'ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Ron Dermer e con la sua portavoce Shir Cohen. «Come sempre - aggiunge Netanyahu - non consento che alcunché mi disturbi mentre lavoro per voi, per la sicurezza di Israele, per il futuro di Israele».

Il post del premier israeliano Benyamin Netanyahu 

Facebook

Hamas rifiuta il piano di pace di Trump

Il piano di pace del presidente americano Donald Trump «è aggressivo e provocherà molta ira»: così invece alla Reuters, riferito dai media israeliani, il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri secondo cui la parte del piano che riguarda Gerusalemme «non ha senso».

«Gerusalemme - ha proseguito - sarà sempre una terra per i palestinesi. I palestinesi fronteggeranno questo piano e Gerusalemme resterà sempre terra palestinese».

Intanto un altro dirigente di Hamas, Hussam Badran, ha fatto sapere che venerdì prossimo è stata indetta una «Giornata di collera» contro il piano di Trump che si «prefigge di liquidare la causa palestinese». «La resistenza armata - ha aggiunto - difenderà i diritti dei palestinesi».

Sia a Ramallah in Cisgiordania sia a Gaza, non appena finito il discorso di Trump, molti giovani, secondo fonti locali, sono scesi in strada bruciando le immagini del presidente americano e del premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Abu Mazen: «Gerusalemme non si baratta»

E anche il presidente palestinese Abu Mazen respinge il piano di pace proposto da Trump: «Gerusalemme non è in vendita, e i nostri diritti non si barattano». 

«Il complotto non passerà», ha aggiunto Abu Mazen, secondo quanto riferito dalla agenzia Wafa.

«La leadership palestinese sostiene le masse palestinesi che protestano e chi si oppongono all''Accordo del secolo'. Esso non passerà. Questi sono momenti decisivi». Abu Mazen ha rilasciato queste dichiarazioni al termine di una consultazione politica straordinaria tenuta nella Muqata di Ramallah.

Intanto alla periferia della città proseguono gli scontri fra centinaia di dimostranti e reparti dell'esercito israeliano schierati in prossimità del vicino insediamento ebraico di Beit El. Fonti locali affermano che ci sarebbe una decina di feriti.

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