Elezioni Le Pen continua a crederci, Mbappé contro l'ultradestra francese

SDA

4.7.2024 - 21:08

Marine Le Pen, dopo lo tsunami di voti a loro favorevole di domenica scorsa e il contro-tsunami delle 220 astensioni del Fronte Repubblicano anti-RN, si dice ancora certa della maggioranza assoluta.
Marine Le Pen, dopo lo tsunami di voti a loro favorevole di domenica scorsa e il contro-tsunami delle 220 astensioni del Fronte Repubblicano anti-RN, si dice ancora certa della maggioranza assoluta.
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Guerra di nervi, clima di violenza nelle strade, aggressioni e provocazioni: a due giorni dal ballottaggio che – con ogni probabilità – è destinato a produrre un panorama politico di ingovernabilità, sale la tensione in Francia.

4.7.2024 - 21:08

Marine Le Pen e Jordan Bardella, dopo lo tsunami di voti a loro favorevole di domenica scorsa e il contro-tsunami delle 220 astensioni del Fronte Repubblicano anti-RN, si dicono ancora certi della maggioranza assoluta.

Un'eventualità contro la quale è sceso in campo a gamba tesa Kylian Mbappé dal ritiro dei Bleus in Germania: «È urgente andare a votare, non si può lasciare la Francia in mano a certa gente».

Nonostante timori e speranze, la maggioranza assoluta per il RN a quota 289 appare ormai un miraggio e si profilano scelte inedite: un accordo di coalizione, senza le estreme, oppure addirittura un governo tecnico, formula talmente sconosciuta in Francia che ieri Le Figaro dedica una pagina ai casi più recenti in Italia, da Ciampi a Draghi, per spiegarla ai suoi lettori.

La tensione della politica si trasmette alle strade e alle piazze, dove per domenica sera l'allerta per possibili reazioni violente di manifestanti «dell'ultradestra e dell'ultrasinistra» hanno spinto il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, a predisporre uno schieramento di forze dell'ordine inedito, 30'000 fra poliziotti e gendarmi, 5'000 nella sola Parigi.

Allarme anche per diverse aggressioni a personalità o semplici militanti in campagna elettorale, e sospetti per un tweet del ministero degli Esteri russo di sostegno a Le Pen. Che però lo liquida come «provocazione», ipotizzando «un'ingerenza».

Le Pen è furiosa contro «il partito unico»

Le Pen è furiosa contro quello che definisce «il partito unico» che vuole impedire ai suoi di vincere, con l'obiettivo unico di «conservare il potere». Ma, proclama, «c'è ancora la possibilità di ottenere la maggioranza assoluta». Appena una sfumatura diversa dall'«avremo la maggioranza assoluta» scandito in diretta tv ieri sera da Bardella, candidato premier.

Un nuovo sondaggio Ifop, oggi, conferma che il Rassemblement è lontano dalla fatidica quota 289, ma meno di quanto si credesse nella prima indagine pubblicata ieri dopo l'annuncio delle 220 desistenze: RN si attesta fra 210 e 240 seggi, il Nuovo Fronte Popolare a 170-200, i macroniani di Ensemble lontani ma in risalita a 95-125.

«È veramente urgente andare a votare al secondo turno»

Cifre che preoccupano Mbappé, che è tornato ad invitare alla mobilitazione dopo gli appelli suoi e di Marcus Thuram in vista del primo turno: «È veramente urgente andare a votare al secondo turno. Abbiamo visto i risultati catastrofici del primo, non possiamo lasciare la Francia in mano a certa gente. Quindi uscite di casa e andate a votare facendo la scelta giusta. È un momento cruciale per la storia del nostro Paese».

Gli esperti degli schieramenti in campo sono intanto al lavoro sul dopo ballottaggio, quando – con ogni probabilità – la Francia sarà ingovernabile, con tre schieramenti che non raggiungono la maggioranza assoluta e che sono in parte incompatibili.

Da Macron e dal premier Gabriel Attal sono giunti inviti ad una «coalizione» che vada dai Republicains ai comunisti, per la quale servirebbe però una non belligeranza de La France Insoumise.

La quale, guidata dal tribuno Mélenchon, ha perso oggi un pezzo importante, quel François Ruffin che ha lasciato il partito in aperto dissidio con il leader e i suoi metodi, dopo aver rappresentato il volto ragionevole e aperto del movimento.

Un tassello decisivo?

Insieme a Marine Tondelier, giovane leader dei Verdi, potrebbe diventare un tassello decisivo da aggiungere alla coalizione. Più arduo il sentiero – mai battuto neppure in teoria – di un governo tecnico, «una soluzione all'italiana», come si continua a ripetere nei talk-show.

Preoccupa infine il crescente livello di tensione, con violenze in passato sconosciute in campagna elettorale. Mercoledì sera ne ha fatto le spese Prisca Thevenot, portavoce del governo candidata nella banlieue di Parigi.

Con alcuni ragazzi che la accompagnavano ad attaccare manifesti, è stata aggredita: «Sono scioccata ma determinata a continuare la campagna», ha detto oggi, ricevendo il premier Attal che è andato a darle sostegno personale. Denunce di violenze anche da una candidata RN, Marie Dauchy, e dall'ex ministro Olivier Véran.

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