Guerra in Medio Oriente «L'Iran è pronto a una pioggia di droni e missili su Israele»

SDA

12.4.2024 - 21:45

Un uomo iraniano passa davanti a un cartellone anti-israeliano a Teheran.
Un uomo iraniano passa davanti a un cartellone anti-israeliano a Teheran.
KEYSTONE

Un attacco massiccio con 100 droni e decine di missili dall'Iran sul territorio di Israele verso obiettivi militari e governativi. È lo scenario delle prossime 24/48 ore che, secondo fonti americane, attende il Paese all'ombra di una minaccia iraniana che la stessa Casa Bianca definisce «ancora presente, reale e credibile».

Anche se «gli Stati Uniti faranno di tutto per aiutare gli israeliani a difendersi», lo Stato ebraico – dopo l'uccisione di un generale dei Pasdaran a Damasco – sta vivendo ore di apprensione, mascherate da una routine quasi normale come è costume del Paese in queste circostanze.

Intanto si moltiplicano i Paesi nel mondo che sconsigliano ai propri cittadini di viaggiare nella regione, mentre gli Stati Uniti hanno fatto sapere che invieranno rinforzi nella zona, compresa la portaerei Eisenhower che – secondo i media israeliani – farebbe rotta verso il nord del Mar Rosso.

A dare il senso dell'emergenza anche la decisione del premier Benyamin Netanyahu di convocare una riunione di «valutazione della sicurezza» a poche ore dall'inizio del riposo sabbatico. Attorno allo stesso tavolo il ministro della difesa Yoav Gallant, quello nel Gabinetto di guerra Benny Gantz e i vertici militari, a cominciare dal capo di stato maggiore Herzi Halevi.

Un lancio massiccio di oltre 100 droni e decine di missili

E mentre papa Francesco lancia l'ennesimo appello alla pace – «Dio è pace e vuole la pace. Chi crede in lui non può che ripudiare la guerra che non risolve ma aumenta i conflitti», ha detto nel messaggio di fine Ramadan – un altro segnale della tensione è la presenza del capo del Centro di Comando statunitense (Centcom) Michael Kurilla in Israele.

Secondo fonti americane citate dalla Cbs, l'attacco potrebbe dunque consistere in un lancio massiccio di oltre 100 droni e decine di missili. Una strategia – è stato spiegato – che punta su un forte numero di lanci per superare le difese aeree israeliane. Le stesse fonti non hanno tuttavia escluso che Teheran – sotto la pressione internazionale e i chiari avvertimenti di Israele e degli Stati Uniti – possa optare per un'operazione su scala ridotta in modo da evitare una escalation drammatica.

«Un attacco diretto dell'Iran comporterà un'appropriata risposta da parte di Israele», ha avvisato Gallant dopo una una conversazione telefonica – la seconda in pochi giorni – con il suo omologo statunitense Lloyd Austin. «I nostri nemici pensano di poter separare Israele e gli Stati Uniti ma – ha aggiunto incontrando Kurilla – è vero il contrario: ci stanno unendo, rafforzando i nostri legami. Stiamo fianco a fianco. Sono certo che il mondo veda il vero volto dell'Iran».

L'Idf «è pronto ad ogni scenario»

E il capo di stato maggiore Halevi ha avvertito che l'Idf «è pronto ad ogni scenario sia per l'attacco sia per la difesa contro qualsiasi minaccia». Parole ribadite mentre dal Libano Hezbollah ha lanciato una raffica di 40 razzi verso il nord di Israele, intercettati o caduti in aree aperte.

«Monitoriamo da vicino ciò che accade in Iran e nei vari ambiti in coordinamento con gli Stati Uniti», ha aggiunto il capo dell'Idf riferendosi ad Hamas, Hezbollah, milizie siriane e Houthi.

Da Parigi a Berlino, da Washington a Londra arrivano intanto gli inviti alla de-escalation ma anche il consiglio ai propri cittadini a non recarsi in Israele o nella regione mentre Lufthansa ha prorogato lo stop dei voli su Teheran fino a giovedì prossimo.

Al 189esimo giorno di guerra, le trattative al Cairo per una tregua restano in totale stallo con Hamas «non interessata ad ulteriori discussioni sull'accordo, finché non ci saranno progressi nelle sue richieste». Proseguono intanto i raid nella Striscia con l'agenzia palestinese Wafa che ha riferito di «oltre 29 persone uccise e altre decine ferite in un attacco aereo sulla casa della famiglia al Tatabibi a Gaza City».

Uccisi due operativi di Hamas

L'Idf ha poi annunciato di aver ucciso due operativi di Hamas a Jabalya, nel nord della Striscia, tra cui Ridwan Mohammed Abdallah Ridwan, «responsabile delle operazioni di sicurezza interna nella zona di Jabalya». Alta tensione anche in Cisgiordania con tre palestinesi uccisi in scontri con l'Idf, secondo cui due erano di Hamas. Il terzo è legato – secondo la Wafa – ad «un assalto a coloni» dopo la sparizione di un ragazzino israeliano in Cisgiordania che, secondo la polizia, si teme possa essere stato rapito o ucciso.