Medio Oriente Israele attacca un campo profughi a Khan Yunis, 19 morti

SDA

10.9.2024 - 21:39

Un nuovo raid israeliano, lanciato di notte sull'accampamento di sfollati di Mawasi, nel sud della Striscia di Gaza, ha provocato morti e feriti, e suscitato ancora una volta la condanna della comunità internazionale, preoccupata per le vittime civili in quella che doveva essere una «zona umanitaria» sicura per i palestinesi in fuga dai bombardamenti.

I veicoli armati israeliani durante un'operazione militare nel campo dei rifugiati di Nur Shams, Tulkarem, durante lo scorso mese di agosto. (AP Photo/Majdi Mohammed)
I veicoli armati israeliani durante un'operazione militare nel campo dei rifugiati di Nur Shams, Tulkarem, durante lo scorso mese di agosto. (AP Photo/Majdi Mohammed)
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Israele ha aizzato anche l'ira degli Stati Uniti dopo che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ammesso di ritenere «molto probabile» di aver ucciso «indirettamente e involontariamente» l'attivista turco-americana Aysenur Ezgi Eygi, che ha ricevuto un colpo di pistola alla testa venerdì scorso vicino a Nablus, in Cisgiordania, mentre partecipava a una protesta in difesa di agricoltori palestinesi.

L'esercito israeliano deve fare «cambiamenti fondamentali nel suo modo di operare in Cisgiordania, comprese le loro regole di ingaggio», ha tuonato il segretario di Stato Usa Antony Blinken da Londra, definendo la morte della 26enne «non provocata e ingiustificata».

Proprio nelle stesse ore Israele ha ripreso con un'ampia presenza di truppe anche l'operazione militare «Summer Camps» a Tulkarem, cominciata il 28 agosto scorso con raid anche a Jenin e Tubas.

L'ennesima diatriba sulle vittime 

Per quanto riguarda l'attacco a Mawasi – già nel mirino a luglio per eliminare il capo militare di Hamas Mohammed Deif – l'Idf ha spiegato di aver preso di mira «importanti terroristi che operavano da un centro di comando nella zona umanitaria», e di aver ucciso tre esponenti di spicco dell'organizzazione.

Ma per la fazione islamica – che in un primo momento aveva parlato di 40 morti, per poi rivedere il proprio bilancio «provvisorio» a 19 morti e 60 feriti – «le accuse sulla presenza di combattenti della resistenza sono una palese menzogna».

Di «bugie e false informazioni» ha parlato a sua volta anche l'esercito israeliano, per smentire i 40 morti inizialmente riportati da Hamas e per spiegare di aver adottato, prima dell'attacco, le misure necessarie a ridurre al minimo i danni ai civili, tra cui una «lunga raccolta di informazioni» e una sorveglianza aerea continua nelle ore precedenti il raid.

«L'attacco mirato», ha precisato l'Idf, era diretto contro Samer Ismail Khader Abu Daqqa, capo delle forze aeree di Hamas; Osama Tabash, responsabile della sorveglianza degli obiettivi nell'intelligence di Hamas; e Ayman Mabhouh, un altro alto ufficiale della fazione palestinese. Tutti e tre, ha sottolineato, erano «direttamente coinvolti nel massacro del 7 ottobre» e in altri attacchi contro le truppe a Gaza e contro Israele negli ultimi mesi.

In un botta e risposta ormai consueto in questi 11 mesi di guerra, l'esercito è quindi tornato ad accusare Hamas di nascondersi nelle aree umanitarie, utilizzando i civili come scudi umani.

Le reazioni di ONU e UE

«Non posso restare in silenzio di fronte» a quanto successo a Khan Yunis, ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell in una conferenza stampa al Cairo con il ministro egiziano Badr Abdelatty.

Lo spagnolo ha poi «condannato fermamente» in un post su X «l'uccisione di civili in un attacco dell'Idf su un campo profughi dichiarato zona sicura».

«Le leggi di guerra devono essere rispettate, i civili protetti e la responsabilità garantita. Non possiamo normalizzare la catastrofe umanitaria a Gaza», ha ammonito.

La stessa condanna è stata espressa anche dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e dal ministro degli Esteri britannico, David Lammy, che accanto a Blinken ha definito il raid su Mawasi «scioccante»: i suoi effetti e il numero di morti, ha aggiunto, confermano la necessità di un accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani.

Anche Iran e Turchia puntano il dito

Anche l'Iran è tornato ad accusare Israele: «Con questi attacchi folli, il regime sionista ha dimostrato ancora una volta di non rispettare nessuna regola legale e internazionale e nemmeno le norme morali e umane», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani.

La Turchia ha puntato il dito contro «il governo genocida di Netanyahu» che «ha aggiunto un nuovo crimine alla sua lista di crimini di guerra. Coloro che commettono questi crimini saranno ritenuti responsabili di fronte al diritto internazionale», si legge in una nota del ministero degli Esteri di Ankara.

In serata infine l'Idf ha diffuso un video del tunnel in cui erano tenuti prigionieri i sei ostaggi giustiziati da Hamas nei giorni scorsi per mostrare le condizioni disumane che devono sopportare i rapiti nelle viscere di Gaza.

SDA