Scontri Continuano in Iran le proteste nonostante gli avvertimenti del governo

SDA

11.10.2022 - 18:05

Le proteste in Iran non si fermano
Le proteste in Iran non si fermano
Keystone

Nonostante la minaccia di punire severamente i «rivoltosi» da parte della magistratura iraniana e del governo, raduni e manifestazioni sono continuate anche oggi.

È il 25esimo giorno di proteste dopo la morte di Mahsa Amini, 22enne curda che era stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Nelle ultime settimane le proteste si sono estese anche nelle aree povere di Teheran. Molte persone sono state arrestate nelle università, nei bazar e nelle strade di varie città e le carceri si sono riempite a tal punto che alcuni degli arrestati sono stati trasferiti in prigioni di altre città. I dimostranti hanno comunque lanciato un nuovo appello per manifestare anche domani.

Donne bruciano il velo

Durante le dimostrazioni di oggi, martedì, alcune donne hanno dato fuoco al proprio velo. Mentre anche molte donne con il chador completo si sono unite alle dimostrazioni tenutesi ieri sera a Teheran, Karaj, Kermanshah, Mashhad, Rasht, Isfahan, Torbat-Heidariyeh, Kashan, Kazeroun, Saghez, Boukan e Sanandaj, dove le forze di sicurezza hanno represso i manifestanti anche con l'uso di armi da fuoco.

La protesta è stata portata avanti anche da cittadini che hanno manifestato suonando a ripetizione il clacson delle proprie automobili mentre altri hanno gridato slogan sporgendosi dalle finestre delle loro abitazioni. Sui social media, sono stati pubblicati video in cui si vede la polizia in assetto antisommossa picchiare manifestanti, sparare o rompere i finestrini di auto parcheggiate a bordo strada.

Secondo rapporti non confermati ufficialmente, circa 190 persone, tra cui 28 minori, sono morte dall'inizio delle proteste, soprattutto nella provincia del Sistan-Baluchestan. Centinaia i feriti, tra loro alcuni non si sono recati in ospedale per curarsi e hanno chiesto consulenze mediche on-line a dottori iraniani residenti all'estero.

Studenti sempre in piazza

Boicottaggio delle lezioni e dimostrazioni da parte di studenti e studentesse sono andate avanti nelle Università Amirkabir, Allameh, Al-Zahra, Art, Modarres, Tarbiat-Moallem e Beheshti della capitale Teheran ma anche in altre città, tra cui Gilan, Shiraz e Isfahan.

«Da Sanandaj a Zahedan, sangue in tutto l'Iran» e «Donne, vita, libertà; Uomini, patria, prosperità» sono alcuni degli slogan intonati negli atenei. Oltre agli universitari, anche gli studenti delle scuole superiori di Teheran, Karaj e di molte altre città hanno continuato oggi a scendere in piazza.

Nel frattempo, le agenzie turistiche fanno sapere che molti tour sono stati cancellati dopo l'annuncio dell'arresto durante le manifestazioni di 9 stranieri e l'appello a non recarsi in Iran lanciato da alcuni Paesi ai loro cittadini.

Su twitter, l'hashtag #Mahsa_Amini è stato ritwittato per circa 287 milioni di volte.