Caos politicoAnche a causa di «ingerenze russe» le presidenziali in Romania sono state annullate
SDA
6.12.2024 - 19:34
Nuovo clamoroso colpo di scena in Romania, dove oggi la Corte costituzionale, confermando i pesanti sospetti di ingerenze russe nel processo elettorale a favore del candidato di estrema destra Calin Georgescu, ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali, proprio alla vigilia del ballottaggio programmato per domenica 8 dicembre.
Keystone-SDA
06.12.2024, 19:34
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Una decisione tanto inaspettata quanto esplosiva, che di fatto cancella tutto quanto accaduto fino ad ora. Inclusi i 33.000 voti degli elettori romeni della diaspora che, in Australia e in nuova Zelanda, si erano già presentati alle urne per il voto del ballottaggio.
Interferenze attraverso TikTok da parte delle Russia
Una decisione shock e senza precedenti che aggrava ulteriormente il caos politico nel Paese balcanico esploso all'indomani del primo turno presidenziale del 24 novembre, con le rivelazioni sulle interferenze nel processo elettorale attraverso TikTok da parte di altri Paesi, a cominciare dalla Russia, a favore in particolare dell'estremista di destra Georgescu, vincitore a sorpresa della prima tornata.
Il Consiglio supremo per la sicurezza della nazione (Csat), poche ore dopo la chiusura dei seggi, aveva infatti parlato di «una massiccia esposizione sulla base di un trattamento preferenziale di TikTok. La Romania è diventata un bersaglio per azioni ostili da parte di alcuni stati, in particolare la Russia».
Il governo stabilirà una nuova data per le elezioni
L'indagine interna è rimasta segreta per alcuni giorni, ed è presumibilmente proprio la sua desecretazione nelle ultime ore che ha spinto l'alta corte a prendere una decisione senza precedenti nel Paese e ad annullare il primo turno delle presidenziali.
Nel comunicato della Corte si afferma che «si annulla, in base all'articolo 146, lettera f della Costituzione, l'intero processo elettorale relativo all'elezione del presidente della Romania. Il governo stabilirà una nuova data per le elezioni, e l'intero processo elettorale sarà ripetuto integralmente».
Dal comunicato emerge dunque che la Corte ritiene che non siano state rispettate le procedure per lo svolgimento di elezioni libere, accettando quindi le quattro segnalazioni da parte della Snspa (la Scuola nazionale di studi politici e amministrativi), dell'Istituto per lo Studio del Totalitarismo, della pubblicazione Calea Europeana e del candidato Cristian Terhes.
Preoccupazione da parte dell'Ue
Al caso Romania aveva ovviamente prestato attenzione l'Ue, che anche oggi aveva espresso preoccupazione «per i crescenti indizi di un'operazione coordinata di influenza online straniera che ha come obiettivo le elezioni romene».
Il primo turno delle presidenziali era stato peraltro convalidato dalla stessa Corte Costituzionale dopo una settimana, nonostante la richiesta dello stesso Cristian Terhes (candidato che il 24 novembre aveva ottenuto appena l'1,7% delle preferenze) di procedere al riconteggio di tutti i 9,4 milioni di voti.
Ma ora è tutto da rifare, senza però avere certezze sulle date, in un contesto in cui il governo è praticamente alla fine del suo mandato, il nuovo esecutivo non si è ancora formato (appena domenica scorsa si sono svolte le elezioni legislative) e il presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, terminerà ufficialmente il proprio mandato il 21 dicembre, anche se ha già annunciato che rimarrà in carica fino a quando non verrà eletto il suo successore.
Come se non bastasse, il leader del piccolo partito nazionalista Drept ha chiesto oggi l'annullamento anche delle elezioni parlamentari sostenendo che «anche tale consultazione potrebbe essere stata influenzata da ingerenze straniere».
Per Lasconi lo Stato ha calpestato la democrazia
Elena Lasconi, la sfidante centrista moderata che al ballottaggio avrebbe dovuto affrontare Georgescu, si è mostrata decisamente contrariata dal verdetto dell'alta corte, probabilmente anche perché gli ultimi sondaggi la davano leggermente avanti a Georgescu: «Oggi lo Stato romeno ha calpestato la democrazia. Condanno fermamente ciò che è stato fatto. È una decisione immorale, illegale che annulla l'essenza della democrazia. Avremmo dovuto andare al voto e rispettare il volere del popolo romeno», ha affermato.
Di tutt'altro avviso il premier socialdemocratico, Marcel Ciolacu, estromesso dalla corsa per il ballottaggio, ma il cui partito Psd ha vinto le parlamentari. «La decisione della Corte costituzionale riguardo all'annullamento delle elezioni presidenziali – ha detto – è l'unica soluzione corretta dopo la declassificazione dei documenti riservati che mostrano come il risultato del voto dei romeni sia stato palesemente distorto a seguito dell'intervento della Russia. Le elezioni presidenziali devono essere ripetute», ha osservato Ciolacu.