Sfiorata l'escalation Il missile in Polonia era ucraino, ma «Kiev non ha colpe»

SDA

16.11.2022 - 22:03

Gli agenti di polizia polacchi cercano i rottami missilistici vicino al luogo in cui un razzo ha colpito, uccidendo due persone in un terreno agricolo nel villaggio polacco di Przewodow, vicino al confine con l'Ucraina.
Gli agenti di polizia polacchi cercano i rottami missilistici vicino al luogo in cui un razzo ha colpito, uccidendo due persone in un terreno agricolo nel villaggio polacco di Przewodow, vicino al confine con l'Ucraina.
KEYSTONE

«Uno sfortunato incidente», probabilmente un missile della contraerea ucraina che ha sbagliato rotta, ma di certo «non un attacco deliberato contro la Polonia» né alla Nato. All'indomani della caduta di un missile in territorio polacco, che ha causato la morte di due civili e rischiato di trascinare l'Occidente direttamente nel conflitto a difesa di un alleato, gli animi sembrano essersi calmati, evitando per un soffio l'escalation.

Ma c'è voluta un'intera notte di tensione, contatti, avvertimenti, riunioni, mentre a Bali si teneva la giornata di chiusura del G20, per arrivare sì a condannare la Russia per i continui bombardamenti sulle infrastrutture, anche civili, dell'Ucraina, costretta dal canto suo a difendersi con la contraerea, ma a non considerare il missile caduto martedì nel villaggio polacco di Przewodow – a una manciata di chilometri dal confine ucraino – una dichiarazione di guerra del Cremlino.

Non è mancato, però, il consueto scambio di accuse tra Mosca e Kiev, con la prima che ha accusato l'Ucraina di «classica provocazione» e di «sognare uno scontro diretto tra la Nato e la Russia per salvarsi», e la seconda che ha puntato il dito verso est senza esitazioni: «È stato un missile russo, ne abbiamo le prove».

Duda: «Uno sfortunato incidente»

Dopo le informazioni degli 007 statunitensi che ipotizzavano un colpo fuori traiettoria della difesa aerea ucraina, è stato lo stesso presidente polacco Andrzej Duda ad ammettere la possibilità di uno «sfortunato incidente».

Cui ha fatto eco il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dopo la riunione straordinaria del Consiglio Atlantico: «Le indagini sono in corso, gli esiti preliminari dicono che sia stato un missile ucraino» di cui però «Kiev non ha colpe». La responsabilità va infatti ricercata nella «guerra di Vladimir Putin», contro la quale gli alleati continueranno a sostenere e armare l'Ucraina, ha rimarcato il segretario generale, riassumendo la posizione dell'Occidente, dalla Casa Bianca a Giorgia Meloni.

«Non ci sono indicazioni di un attacco deliberato contro l'Alleanza», ha quindi assicurato il capo della Nato. L'Alleanza ha comunque rafforzato «la sorveglianza sul lato orientale, sia con truppe di terra sia con difese aeree», ma – ha precisato Stoltenberg – non ci sarà alcuna no-fly zone, a lungo invocata da Kiev nelle prime settimane di conflitto prima di incassare le ampie forniture militari necessarie alla propria difesa: una simile misura causerebbe un'ulteriore escalation che gli alleati vogliono ad ogni costo scongiurare.

Zelensky: «Il missile era russo»

Russia e Occidente concordano sul fatto che si sia trattato di un missile S-300 di fabbricazione russa, ma in dotazione anche alle forze ucraine. Volodymyr Zelensky, invece, non ha dubbi: «Il missile era russo», ha dichiarato riportando informazioni ricevute dal comando delle sue forze armate e dell'aeronautica. Parole giudicate irresponsabili dal governo ungherese.

Ma per Zelensky «la Russia ha voluto mandare un messaggio al summit del G20», che a Bali ha di fatto sancito l'isolamento internazionale di Mosca. Kiev chiede inoltre che le venga accordato «l'accesso immediato» al luogo in cui è caduto il missile e alle indagini coordinate da Stati Uniti e Polonia.

«Vogliamo stabilire tutti i dettagli, ogni fatto. Ecco perché dobbiamo avere accesso a tutti i dati in possesso dei nostri partner e al luogo dell'esplosione», ha affermato il presidente ucraino nella suo consueto messaggio serale.

Fonti statunitensi hanno detto alla Cnn che l'Ucraina ha riferito all'amministrazione Biden di aver provato a intercettare un missile russo ieri proprio vicino al confine polacco e «nello stesso lasso di tempo» in cui è stata colpita la campagna di Przewodow, ma non è chiaro se si tratti dello stesso missile poi effettivamente caduto.

La Russia accusata con una certa «isteria»

Del resto ieri l'Ucraina è stata bersagliata da quasi 100 raid russi, dall'est in piena guerra fino all'ovest lontano dal fronte: era inevitabile che prima o poi qualcosa andasse storto. La Russia insiste nel dire che i suoi obiettivi sono solo «militari», di non aver mai colpito al di là di 35 km dal confine con la Polonia, e che la distruzione di aree residenziali o civili a Kiev o altrove sono causati dai missili terra-aria dei sistemi di difesa «ucraini e stranieri».

Mosca tuttavia ha apprezzato la prudenza con cui gli Stati Uniti hanno commentato l'accaduto nell'immediato, mentre altri Paesi hanno subito accusato la Russia con una certa «isteria». E ha convocato l'ambasciatore polacco per esprimergli il proprio disappunto: «Varsavia si astenga dal farsi coinvolgere nelle sporche provocazioni del regime di Kiev», il monito consegnato al diplomatico.

Di negoziati, al termine di una giornata convulsa, è tornato a parlare il capo di stato maggiore americano, Mark Milley. Per il generale l'arrivo dell'inverno comporterà un naturale calo delle battaglie sul campo e per questo «potrebbe essere una buona finestra per negoziare la pace». Anche perché, ha avvisato, ci sono «poche probabilità» che i russi possano essere ricacciati via da tutta l'Ucraina.

SDA