Sport e politica Il golf statunitense cede ai sauditi, «non avevamo più soldi»

SDA

11.6.2023 - 18:40

Donald Trump e Yasir Al-Rumayyan, governatore del fondo sovrano dell'Arabia Saudita, discutono durante il torne di golf del campionato Liv che si è tenuto un anno fa nel club del tycoon a Bedminster, in New Jersey (foto del 29 luglio 2022)
Donald Trump e Yasir Al-Rumayyan, governatore del fondo sovrano dell'Arabia Saudita, discutono durante il torne di golf del campionato Liv che si è tenuto un anno fa nel club del tycoon a Bedminster, in New Jersey (foto del 29 luglio 2022)
Keystone

La fusione tra il più importante torneo di golf degli Stati Uniti e il Liv, un campionato nato un anno fa grazie a miliardi e miliardi di dollari dell'Arabia Saudita, è stata una scelta obbligata, dovuta alle pessime acque finanziarie nelle quali era finito il Pga. Le implicazioni politiche sono importanti.

Lo rivela il Wall Street Journal a pochi giorni dall'intesa che ha messo fine a una disputa durata mesi, e ha visto coinvolto anche l'ex presidente Donald Trump, ma ha anche scatenato la rabbia delle famiglie delle vittime dell'11 settembre e delle organizzazioni per i diritti umani.

L'accordo è stato annunciato lo scorso 6 giugno in fretta furia, tanto che la nuova società non ha nemmeno un nome. Per ora si chiamerà semplicemente «NewCo», sarà controllata dal Pga ma finanziata dalle inesauribili risorse del Fondo per gli investimenti pubblici del governo di Riad. Il suo presidente sarà l'amministratore del fondo, il potente Yasir al-Rumayyan.

Impossibile competere con chi «ha fondi illimitati»

Due giorni dopo l'annuncio, al quartier generale della Pga il commissario del tour americano, Jay Monahan, ha radunato i suoi e ha ammesso: «Non potevamo competere con un Paese straniero che ha fondi illimitati». Nell'ultimo anno, il campionato Usa aveva speso circa 50 milioni di dollari in spese legali contro l'avversario saudita più 100 milioni delle sue riserve per tornei e montepremi nel tentativo di competere con Riad.

«Era un modello non più sostenibile», ha dichiarato Monahan assicurando di aver aspettato il più a lungo possibile e aver siglato l'accordo «quando eravamo nella posizione più forte», dopo settimane di negoziati segreti che hanno spiazzato persino giocatori e addetti ai lavori.

Le implicazioni politiche

La fusione ha implicazioni che vanno ben oltre lo sport e permetterà all'Arabia Saudita di avere una maggiore influenza in Occidente proseguendo nel tentativo di accreditarsi sulla scena internazionale come un attore di peso e non solo il maggior produttore di petrolio al mondo. Un ruolo che molti, a partire dall'amministrazione Biden, non vorrebbero Riad assumesse.

Qualche tempo fa Trump – che è stato scaricato dal Pga dopo l'assalto dei suoi sostenitori al Congresso – ha ospitato nel suo club di Bedminster uno dei tornei del Liv, suscitando polemiche e irritazioni tra le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti dell'11 settembre e delle persone vicine a Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente ucciso da agenti sauditi nel 2018.

L'accordo, ha attaccato l'associazione Families United in una nota, «punta a ripulire la reputazione saudita nel tentativo di far dimenticare agli americani e al mondo che Riad ha speso miliardi prima dell'11 settembre per finanziare il terrorismo, finanziare al Qaida e uccidere i nostri cari».

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