Miniere d'oro Dopo la disputa con l'UE le spiagge italiane vengono messe a concorso

dpa

6.9.2024 - 11:51

Lido di Viareggio. (foto d'archivio)
Lido di Viareggio. (foto d'archivio)
Immagine: Keystone/EPA/Fabio Muzzi

Sole, sabbia e mare: le spiagge italiane sono una miniera d'oro per gli operatori dei lidi. Ma ora soffia il vento della concorrenza. Ecco perché.

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  • Dopo una lunga disputa tra Roma e Bruxelles, le concessioni statali per i lidi italiani dovranno essere messe nuovamente a concorso, ma non prima di tre anni.
  • Recentemente ci sono state aspre proteste contro la riforma prevista sull'Adriatico e sul Mediterraneo, compreso uno sciopero dei locatari all'inizio di agosto.
  • Le spiagge italiane appartengono allo Stato, ma più della metà sono affittate a privati, spesso per decenni e a prezzi ridicolmente bassi.

Dopo una lunga disputa tra Roma e Bruxelles, le concessioni statali per i lidi italiani dovranno essere nuovamente messe a concorso - ma non per altri tre anni.

Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato mercoledì sera un decreto in tal senso. Di recente ci sono state forti proteste contro la riforma prevista sull'Adriatico e sul Mediterraneo, compreso uno sciopero dei locatari all'inizio di agosto.

In base al nuovo regolamento, le attuali concessioni rimarranno valide fino al 30 settembre 2027.

La norma sarebbe dovuta entrare in vigore già nel 2006

Le nuove gare da'ppalto dovranno essere indette nel giugno dello stesso anno. In singoli casi è possibile un rinvio fino al 31 marzo 2028. Le nuove concessioni hanno una durata minima di 5 anni e massima di 20 per consentire ai nuovi concessionari di ammortizzare gli investimenti.

I nuovi operatori devono effettuare pagamenti di compensazione ai loro predecessori per l'inventario rilevato.

Il contesto è una direttiva dell'UE che l'Italia avrebbe dovuto attuare già nel 2006. Le spiagge italiane appartengono allo Stato, ma più della metà di esse sono affittate a privati, spesso per decenni e a prezzi ridicolmente bassi.

Un punto di critica è che le concessioni sono assegnate a prezzi troppo bassi, con una media di 8.200 euro all'anno, permettendo all'industria di raccogliere enormi profitti.

D'altro canto, gli operatori temono che in futuro saranno le società straniere a comandare in spiaggia al posto delle famiglie italiane.

Regolamento criticato

«La collaborazione tra Roma e Bruxelles ha permesso di trovare un equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l'opportunità di rispettare le legittime aspettative degli attuali locatari», si legge in un comunicato di Palazzo Chigi, residenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il testo del decreto è stato reso noto a Roma mercoledì pomeriggio ed è stato subito criticato.

Il Movimento Cinque Stelle, all'opposizione, ha definito il periodo di tre anni troppo lungo e ha parlato di «farsa del governo Meloni» e di presa in giro di Bruxelles.

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