Tensioni I filorussi moldavi: «Sandu è una presidente illegittima»

SDA

4.11.2024 - 20:27

Il Partito dei Socialisti filo-russo ha definito «illegittima» la presidente filo-occidentale Maia Sandu, riconfermata in carica.
Il Partito dei Socialisti filo-russo ha definito «illegittima» la presidente filo-occidentale Maia Sandu, riconfermata in carica.
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Come accaduto la settimana scorsa in Georgia, i risultati elettorali amplificano le tensioni in Moldavia, un altro Paese trasformatosi in terreno di scontro tra Russia e Occidente.

Il Partito dei Socialisti filo-russo ha definito «illegittima» la presidente filo-occidentale Maia Sandu, riconfermata in carica, denunciando irregolarità nel voto all'estero che si è rivelato determinante per la sua vittoria.

La Ue e gli Usa esultano comunque per il risultato e affermano che la democrazia ha avuto la meglio sulle interferenze russe, sempre negate da Mosca. La Russia, al contrario, denuncia una «palese ingerenza dei Paesi occidentali nel processo elettorale» e «massicce violazioni».

In particolare, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, lamenta che «solo due seggi elettorali» sono stati aperti per i «500mila moldavi» residenti in Russia, mentre in Europa occidentale e in Nord America, per un numero uguale di persone, sono stati aperti «più di 200 seggi».

Sandu è la «presidente della diaspora»

L'ex presidente moldavo e leader del Partito dei Socialisti, Igor Dodon, ha affermato che il «vero vincitore» è il candidato del partito, Alexandr Stoianoglo, che ha raccolto la maggioranza dei voti all'interno del Paese, mentre Sandu è solo la «presidente della diaspora» che sarà «riconosciuta solo dai suoi sponsor e mentori dall'estero».

Secondo Sandu, invece, «i moldavi hanno fatto un passo cruciale sul cammino europeo, ma la lotta per la democrazia in Moldavia, e in tutta la regione, continua».

Dichiarandosi vincitrice la notte scorsa, Sandu aveva parlato non solo in rumeno, lingua ufficiale del suo Paese, ma anche in russo, dichiarando di volere essere la «presidente di tutti».

Al ballottaggio, Sandu è risultata rieletta con il 55,33% dei voti contro il 44,67% di Staianoglo. Quest'ultimo, però, ha raccolto oltre il 51% delle preferenze nel Paese.

Determinante è stato quindi il voto dei moldavi all'estero, come era avvenuto due settimane prima, quando avevano vinto di strettissima maggioranza i 'sì' nel referendum per inserire l'adesione alla Ue nella Costituzione.

Un Paese povero spaccato tra filorussi ed europeisti

Questo piccolo Paese di 2,6 milioni di abitanti, al confine tra mondo russo e occidentale e tra i più poveri d'Europa, rimane quindi spaccato tra una maggioranza filo-occidentale di chi vive all'estero e nella capitale Chisinau e un'altra ancora legata alla Russia, nelle zone rurali, nella regione separatista della Transnistria e in quella autonoma di Gaugazia. Mentre dal giugno scorso la Moldavia ha avviato le trattative con Bruxelles per l'ingresso nell'Unione.

«I moldavi hanno mostrato ancora una volta la loro determinazione nel costruire un avvenire europeo malgrado i tentativi ibridi di minare la democrazia», ha scritto su X il capo della diplomazia della Ue, Josep Borrell.

«La Francia continuerà a essere al fianco della Moldavia nel suo cammino europeo», ha reagito da parte sua il presidente francese Emmanuel Macron. Quello americano, Joe Biden, ha affermato che «la Russia ha fallito» dopo avere cercato «per mesi» di «minare le istituzioni e il processo democratico in Moldavia».

La situazione in Georgia desta preoccupazione in Europa

Anche Volodymyr Zelensky si è congratulato con Maia Sandu, «Solo la vera sicurezza e un'Europa pacifica e unita possono garantire a ogni persona e a ogni famiglia la fiducia necessaria per affrontare il futuro con speranza e certezza», ha scritto su X il presidente ucraino.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha intanto definito «preoccupante» la situazione in Georgia, dopo un colloquio con la presidente della Repubblica e leader dell'opposizione anti-governativa Salomé Zourabichvili.

«Se la Georgia vuole mantenere un orientamento strategico verso l'Ue, abbiamo bisogno di azioni concrete da parte della leadership», ha aggiunto von der Leyen.

Le opposizioni hanno rifiutato, denunciando irregolarità, il risultato delle elezioni del 26 ottobre che hanno visto la vittoria del partito di governo Sogno Georgiano, accusato di volere riportare il Paese nell'orbita di Mosca.

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