La rivolta della destraL'AfD sfila a Magdeburgo: «Il paese deve cambiare»
SDA
23.12.2024 - 21:23
«La Germania deve cambiare, mai più un'altra Magdeburgo». Poco importa che l'attentatore condividesse le idee dell'estrema destra, soffrisse con tutta probabilità di grave paranoia psichica e fosse apertamente islamofobo. L'Alternativa per la Germania (ovvero l'Afd, il partito di estrema destra del paese) si gioca il tutto per tutto per gonfiare il suo bottino elettorale in vista delle lezioni del 23 febbraio.
Keystone-SDA
23.12.2024, 21:23
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A tre giorni dalla strage che ha strappato la vita a cinque persone e provocato oltre 230 feriti, la leader Alice Weidel è comparsa nella città della Sassonia-Anhalat. Al grido di fuori gli stranieri, ha puntato sul passato da rifugiato del saudita e sulla rabbia e la paura dei cittadini alzando il volume di una retorica identitaria e anti immigrati che ha già attecchito nei Länder dell'Est dove ormai votare per Afd è normalizzato.
L'attentato al mercatino di Natale ha già determinato un prima e un dopo nella campagna elettorale tedesca, e Weidel non teme affatto la polarizzazione. Al contrario, la rilancia: «Dopo il tempo del lutto arriva il tempo dei fatti. Il tempo per fare domande e pretendere risposte» sui rimpatri da attuare «subito» e sulle falle della sicurezza che hanno già messo il cancelliere Olaf Scholz all'angolo.
Seconda forza
«Chi garantirà che la Germania respinga chi approfitta della nostra ospitalità e disprezza i nostri valori?», ha chiesto provocatoria, ricevendo lunghi applausi al raduno alla Domplatz del capoluogo della Sassonia-Anhalt.
«La Germania ai tedeschi!», uno slogan di stampo neonazista, si è sentito scandire di tanto in tanto dai sostenitori di un'AfD accreditata al 20% nei sondaggi, a grande distanza dalla Cdu di Friedrich Merz in fuga al 32%, ma possibile seconda forza del paese, davanti al Partito socialdemocratico (Spd) di Scholz, dato tra il 15% e il 20%.
Pressione sugli interni
Già dopo l'attacco al coltello a Solingen (Nordreno-Vestfalia) dell'estate da parte di un richiedente asilo, Berlino ha attuato la sua stretta. Ma il lavoro da fare è ancora molto, anche nelle ammissioni della ministra degli interni, Nancy Faeser, da tre giorni nell'occhio del ciclone.
Sarà lei, fedelissima di Scholz, a dover rispondere per prima – lunedì 30 dicembre davanti alla commissione interni del Bundestag (la principale Camera del parlamento) – dei fallimenti della sicurezza nel fermare l'attentatore saudita per il quale Riad aveva chiesto anche l'estradizione.
Un profilo disturbato
Con il passare delle ore emerge con più chiarezza il profilo «totalmente atipico» dell'odiatore seriale medico psichiatra saudita.
Oltre ai mille guai penali e allo stuolo di segnalazioni collezionate, i suoi colleghi lo soprannominavano dottor Google, perché consultava regolarmente internet prima di fare una valutazione medica.
Una diagnosi su di lui invece a quanto pare era già stata fatta: dalle informazioni raccolte negli ambienti investigativi risulta che sarebbe stato in cura per disturbi psichici.
Le altre voci
A qualche centinaio di metri di distanza dalla piazza dell'ultradestra, si è estesa una catena umana organizzata dall'iniziativa Gib Hass keine Chance (non dare alcuna possibilità all'odio) per non lasciarla vinta alla strumentalizzazione.
Un invito espresso anche dal presidente Frank-Walter Steinmeier che – nelle anticipazione del suo discorso di Natale – si è rivolto alla nazione per parlare «dell'ombra oscura» di «tristezza, dolore, orrore e sconcerto» che ha inghiottito il paese.
Tutti sentimenti «comprensibili, ma che non devono paralizzarci», ha esortato l'inquilino di Bellevue invitando i tedeschi a «restare uniti», e a serrare i ranghi per ritrovare dentro sé «la forza» per far riemergere la Germania dalla crisi esistenziale.