Morirono 72 persone Il rapporto d'inchiesta sul rogo della Grenfell Tower di Londra: «Una strage annunciata»

SDA

4.9.2024 - 19:49

L'edificio era uno di quelli la cui ristrutturazione era stata ordinata dopo il rogo della Grenfell Tower. (foto d'archivio)
L'edificio era uno di quelli la cui ristrutturazione era stata ordinata dopo il rogo della Grenfell Tower. (foto d'archivio)
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Una strage annunciata, con 72 morti che si sarebbero potute e dovute evitare. Ha i contorni di una sentenza senz'appello, per tanti attori del sistema-paese britannico, il rapporto della commissione d'inchiesta indipendente chiamata a far luce sul rogo della Grenfell Tower di Londra, grattacielo di edilizia popolare ai margini del lusso di Kensington e Chelsea divorato oltre sette anni fa dalle fiamme del più grave incendio del dopoguerra in uno stabile residenziale dell'isola.

Un rapporto atteso da media e famiglie delle vittime come un momento di verità, come l'occasione di veder finalmente «indicati per nome e svergognati» i responsabili di un disastro che solo qualche voce d'establishment si ostinava a definire accidentale.

Il documento, articolato minuziosamente in 1'700 pagine fitte di elementi probanti, reca la firma di sir Martin Moore Bick, alto magistrato a riposo impermeabile a pressioni o condizionamenti. E punta il dito sui «decenni di fallimenti» attribuiti alla politica, oltre che sulle «disonestà e l'incompetenza» di molti.

Quasi nessuno viene risparmiato nella requisitoria

Quasi nessuno viene risparmiato nella requisitoria: dalle imprese che produssero o installarono i micidiali pannelli esterni combustibili, a quella che curò un restauro al risparmio nel 2011, fino ai responsabili istituzionali.

A quest'ultimo riguardo, Moore Bick chiama in causa i vari governi (conservatori e laburisti) succedutisi «dai primi anni '90» e «le occasioni perdute» di legiferare in modo più severo sui rivestimenti a rischio.

Nonché, nello specifico, il gabinetto Tory-LibDem di David Cameron e Nick Clegg, colpevole d'aver addirittura alleggerito nel 2010 le regole di controllo; e l'amministrazione del municipio di quartiere di Kensington and Chelsea, per «l'indifferenza ai ripetuti allarmi» sulla «sicurezza delle persone più vulnerabili».

Senza risparmiare i vigili del fuoco della London Fire Brigade, incapaci di predisporre piani d'evacuazione adeguati.

Nell'incendio perirono in totale 72 inquilini

Nell'incendio di Grenfell Tower – la notte del 14 giugno 2017 – perirono in totale 72 inquilini. Ad alimentare il fuoco fu in particolare il rivestimento «estetico» della facciata: fatta di pannelli rivelatisi infiammabili, frattanto messi fuori legge nel Regno ma non ancora rimossi da tutti gli edifici, secondo denunce riproposte oggi stesso alle cronache in seguito a un ennesimo rogo accesosi in un condominio londinese (stavolta nel sobborgo di Catford, fortunatamente senza vittime).

Stando al rapporto, a segnare il destino di coloro che persero atrocemente la vita a Grenfell (concentrati nei piani alti, dove si sprigionò il focolaio iniziale innescato dal banale corto circuito d'un elettrodomestico) fu più l'inalazione dei gas nocivi – patita da chi obbedì all'assurda disposizione anti-incendio di rimanere barricati in casa ("to stay put") a prescindere – più che non dal fuoco in sé.

Il tutto in un contesto nel quale i sopravvissuti, rimasti senza un tetto, risultano essere poi stati abbandonati anche dopo il disastro, sottolinea il testo, la cui presentazione è stata coronata dalla lettura nome per nome di tutti i 72 morti di quella notte d'inferno, dal più anziano, 84 anni, al più piccolo dei neonati.

Ben 58 misure suggerite dalla Commissione

Fra le 58 misure suggerite dalla commissione per prevenire fatti simili in futuro spiccano la creazione di un'autorità autonoma regolatrice per sorvegliare l'industria delle costruzioni (e la gestione ormai privatizzata di tanta parte dell'edilizia popolare un tempo pubblica) e l'imposizione di linee guida obbligatorie per i soccorsi nei palazzi più grandi e «a rischio».

Raccomandazioni che il nuovo governo laburista s'è impegnato a vagliare, in un dibattito ad hoc sul rapporto alla Camera dei Comuni durante il quale il premier Keir Starmer ha formalizzato una dichiarazione solenne di scuse a nome «dello Stato britannico».

Per poi promettere di fare tutto il possibile affinché una tragedia del genere «non si ripeta più»; e annunciare l'esclusione da ogni gara d'appalto pubblica delle imprese coinvolte. Non senza riconoscere apertamente come le vittime – rinchiuse nelle sue parole «in una trappola mortale» – siano state tradite «prima, durante e dopo» la sciagura.

Parole che tuttavia non bastano alle associazioni dei familiari e agli attivisti che li sostengono, secondo cui dopo il velo squarciato da sir Martin non è più accettabile che la polizia preveda di concludere le indagini penali parallele non prima del 2026.

Anche perché, chiosa a nome di tutti Natasha Elcock, indomabile portavoce di Grenfell United, «ogni singola vita umana perduta» in quella torre maledetta si sarebbe potuta salvare: se solo la sicurezza fosse «mai stata una priorità» dei responsabili.

SDA