RealiL'intervista della BBC a Diana fu frutto di un raggiro
SDA
20.5.2021 - 16:23
La storica intervista concessa nel 1995 alla BBC dalla principessa Diana, nella quale Lady D fece clamorose rivelazioni sulla sua crisi matrimoniale con l'erede al trono Carlo, fu frutto di «un inganno» ordito ai suoi danni dal giornalista Martin Bashir.
20.05.2021, 16:23
20.05.2021, 17:03
SDA
Lo ha stabilito un'inchiesta condotta da lord Dyson, stando alle anticipazioni del rapporto finale. Il raggiro fu realizzato attraverso falsi documenti – mostrati alla stessa Diana e a suo fratello, per alimentarne il risentimento – su fantomatici controlli e iniziative spionistiche attribuite alla famiglia reale nei suoi confronti.
Nel rapporto – al cui giudizio la BBC, nei suoi vertici attuali e in quelli di allora, ha già fatto sapere di rimettersi completamente – l'emittente pubblica britannica e Bashir (dimessosi di recente dall'azienda dopo un lungo periodo di assenza a causa di una grave malattia) vengono accusati di aver «mancato al dovere di rispettare gli elevati standard d'integrità e competenza» richiesti loro.
E si dispone l'obbligo di scuse formali, assieme a quello di riparare per quanto possibile al misfatto.
Mostrati documenti bancari falsi
Al conte Charles Spencer, fratello di Diana e intermediario dell'intervista, furono tra l'altro mostrati documenti bancari – si rileva – «fabbricati» ad arte e destinati a far credere che la corte avesse finanziato le presunte attività spionistiche a danno della consorte infelice dell'erede al trono.
Bashir ha immediatamente reagito con un comunicato in cui esprime rammarico e si cosparge il capo di cenere.
Mentre il conte Spencer – che da tempo invocava trasparenza sull'accaduto al pari di William e Harry, i figli di Carlo e Diana – ha anticipato l'uscita del rapporto Dyson pubblicando su Twitter una foto familiare giovanile con la sorella in bianco e nero, corredata da una breve chiosa – «certi legami vanno molto indietro del tempo» – come a voler rendere omaggio sia a Lady D sia a quest'atto di giustizia, pur tardivo, rispetto alla strumentalizzazione mediatica della sua vicenda.