Elezioni Francia: Fronte Popolare senza candidato, spunta una outsider

SDA

13.7.2024 - 11:51

Socialisti e «Insoumis» di Jean-Luc Mélenchon sono ancora troppo distanti e il candidato premier del Nuovo Fronte Popolare – promesso per venerdì – ancora non c'è. Ma si fa strada un'ipotesi, ecco quale.

Emmanuel Macron il 12 luglio a Parigi.
Emmanuel Macron il 12 luglio a Parigi.
KEYSTONE

Troppi i blocchi e i veti incrociati, con i socialisti consci che un candidato targato La France Insoumise (LFI) non passerebbe lo sbarramento della fiducia all'Assemblée Nationale.

Sul versante opposto, gli uomini di Macron si stanno riposizionando in vista del futuro, soprattutto delle elezioni presidenziali del 2027: all'ala sinistra c'è Gabriel Attal, ancora primo ministro ma forse non oltre martedì prossimo, da oggi candidato unico alla guida di Renaissance; all'ala destra, Gérald Darmanin, che ha già reagito freddamente all'iniziativa del suo premier.

Il presidente ha convocato tutti i suoi – dirigenti di Renaissance e ministri – e li ha strigliati facendo trapelare sui media il suo disappunto.

Nasce un nuovo movimento con gli estromessi di Mélenchon

Una delle poche novità è stata la creazione da parte dei dissidenti usciti nelle ultime settimane da La France Insoumise di un nuovo movimento, denominato «L'après» (il dopo), «Associazione per la Repubblica ecologica e sociale».

Ci sono gli ex colonnelli di Mélenchon, Clémentine Autain, Raquel Garrido, Alexis Corbière, Daniel Simonnet, Hendrik Davi e Olivier Malaude. Manca François Ruffin, che sembra volersi tenere smarcato la sua eventuale candidatura a premier, più volte avanzata.

Spunta un'outsider, ecco chi è

Dalle accese riunioni del Nuovo Fronte Popolare, è filtrata dopo giorni una notizia condivisa da molti: fra i candidati ci sarebbe una totale outsider, Huguette Bello, proposta dal partito comunista e da anni presidente del Consiglio regionale a l'Ile-de-la-Réunion, dove è nata e vissuta.

Eletta nelle file del Nuovo Fronte Popolare, raccoglie l'adesione di molti, anche se ancora non della maggioranza.

Fra i suoi pregi, quello di essere fuori dai giochi dei 4 partiti principali del Fronte Popolare, quindi con un appeal politico superiore nei confronti dei deputati di centro e della destra moderata.

È caos a «Ensemble»

Se nella sinistra dopo 5 giorni dall'inattesa vittoria alle legislative non riesce ad emergere il volto di un candidato che metta d'accordo le due anime del Fronte, nel campo presidenziale è bufera.

Già nella «lettera ai francesi» pubblicata da Macron mentre era in viaggio per Washington tre giorni fa, direzione vertice Nato, il presidente si schierava anche dialetticamente con «i francesi», affermando di sperare nelle capacita dei «nostri politici».

Venerdì, i suoi di «Ensemble» e i ministri, li ha convocati, e contro di loro ha espresso tutta la sua rabbia per quello che definito il «disastroso spettacolo» da loro messo in mostra questa settimana.

Sulla scia di questo sfogo, in un clima definito più che teso, ha lasciato trapelare anche che la sua proroga del premier Attal e dei ministri nelle loro cariche durerà fino a martedì: ultimo Consiglio dei ministri, poi tutti a casa.

In tre guardano già al 2027

O a brigare un posto al sole nel partito, che Attal ha già annunciato di voler ribattezzare «Ensemble pour la République», in vista del riposizionamento ai nastri di partenza del 2027.

Darmanin, altro pretendente, ha già annunciato di volersi dedicare a un'iniziativa «sul suo territorio», nel nord, anche lui con vista sulle presidenziali.

L'altro «predestinato» non più in auge, l'ex premier Edouard Philippe, sembra aver bruciato le sue carte con un posizionamento troppo evidente a destra e con la «gaffe» delle cene con Marine Le Pen.