Ammette un limite di Telegram Pavel Durov al contrattacco: «Tanti errori contro di me». Ma quali?

SDA

7.9.2024 - 10:58

Va al contrattacco e prende per la prima volta pubblicamente la parola Pavel Durov, fondatore di Telegram fermato in Francia il 24 agosto scorso e poi rilasciato sotto controllo giudiziario, e lo fa per puntare il dito contro la giustizia francese e la procedura avviata nei suo confronti.

Il cofondatore di Telegram Pavel Durov, in una foto del 2017.
Il cofondatore di Telegram Pavel Durov, in una foto del 2017.
KEYSTONE

Messo sotto inchiesta dal giudice alla fine del fermo per infrazioni commesse sulla sua app di messaggistica criptata, alcune delle quali attribuite alla criminalità organizzata, Durov, 39 anni, miliardario franco-russo, denuncia in questa sua prima iniziativa di comunicazione una procedura giudiziaria «imprudente»: è «sorprendente», ha accusato, che qualcuno sia ritenuto responsabile per crimini commessi da altri.

Posto in libertà dai giudici ma con pesanti limitazioni e controlli dei movimenti (non può lasciare il territorio francese), Durov ha diffuso un comunicato proprio su Telegram, denunciando la natura «sorprendente» ed «erronea» della procedura giudiziaria avviata nei suoi confronti.

«Utilizzare leggi che datano dall'era pre-smartphone per accusare un Ceo di reati commessi da terzi sulla piattaforma da lui gestita – ha scritto – è un approccio imprudente».

Per cosa è stato arrestato?

Al suo arrivo in un aeroporto parigino proveniente da Baku, in Azerbaigian, Durov era stato fermato dalle autorità francesi su mandato d'arresto spiccato dall'ufficio incaricato della lotta alle violenze sui minori (Ofmin).

Nel mirino diversi reati commessi anche grazie a messaggi passati sulla sua app di messaggistica criptata: truffa, frode, traffico di stupefacenti, cyberbullismo, criminalità organizzata e apologia di terrorismo.

Nel comunicato, il magnate respinge l'affermazione degli inquirenti che lo hanno messo sotto inchiesta, secondo i quali «Telegram è una specie di paradiso anarchico», pur ammettendo che il forte aumento del numero di utenti dell'app – da lui attualmente quantificato in 950 milioni sparsi in tutto il mondo – ha generato una situazione che ha «consentito ai criminali di abusare più facilmente» della piattaforma stessa.

Questa situazione, ha osservato Durov, «causa disagi crescenti». E per questo, ha proseguito, «mi sono posto come obiettivo personale di assicurare che le cose da questo punto di vista migliorino»: ci stiamo occupando del problema «dall'interno», ha assicurato, auspicando che Telegram e l'industria social nel suo insieme diventino in futuro «più sicuri e più forti».

Cauzione milionaria

Al termine dello stato di fermo previsto dalla legge francese, al miliardario franco-russo è stata comunicata l'apertura dell'indagine a suo carico per «rifiuto di comunicare le informazioni necessarie alle intercettazioni autorizzate dalla legge» e «complicità in infrazioni e reati organizzati attraverso la piattaforma Telegram».

Durov è stato posto in libertà vigilata, con l'obbligo di versare una cauzione di 5 milioni di euro, di non lasciare il territorio francese e di firmare due volte alla settimana in un commissariato.

SDA