Berna Gli Stati vogliono vietare il commercio di strumenti di tortura

fc, ats

3.12.2024 - 11:20

Il "senatore" Matthias Michel
Il "senatore" Matthias Michel
Keystone

Il commercio transfrontaliero di merci utilizzabili per la pena di morte o la tortura sarà oggetto di controlli più severi. Lo prevede una nuova legge in materia adottata oggi dal Consiglio degli Stati con 40 voti contro 2 e 3 astenuti.

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La legge sugli strumenti di tortura, ha spiegato il relatore commissionale Matthias Michel (PLR/ZG), permette di adempiere a una raccomandazione del Consiglio d'Europa. Essa riprende a sua volta in larga parte il regolamento anti-tortura emanato nel 2005 dall'Ue.

La nuova legge vieta l'importazione, l'esportazione e il transito delle merci che possono essere utilizzate soltanto per la pena di morte, la tortura o altri trattamenti o pene crudeli, inumani e degradanti. Sono impedite pure la fornitura di assistenza tecnica e la pubblicità.

Invece le merci che, pur potendo essere usate a questi scopi, possono avere anche altri impieghi, sono soggette a un nuovo obbligo di autorizzazione, che si applica anche all'assistenza tecnica e ai servizi di mediazione che le concernono.

Una minoranza UDC ha bocciato la legge

Con 30 voti contro 15, gli Stati, contrariamente al Nazionale, non hanno voluto assoggettare alla nuova legge l'attuale controllo all'esportazione dei medicamenti utilizzabili per le esecuzioni capitali. Queste continueranno a essere trattate alla legge sugli agenti terapeutici.

Da notare che una minoranza UDC ha bocciato la legge poiché a suo avviso il quadro giuridico attuale è sufficiente. «Doppioni non sono necessari», ha sostenuto Pirmin Schwander (UDC/SZ). La sua proposta di non entrata in materia è però stata bocciata con 41 voti contro 2 e una astensione.

Il dossier torna al Nazionale per l'esame della divergenza sui medicamenti che potrebbero essere utilizzati per la pena di morte.