PandemiaProteste senza precedenti contro la politica Covid in Cina
SDA
28.11.2022 - 07:45
Il Governo cinese è intervenuto lunedì per cercare di eliminare le tracce delle grandi proteste di piazza contro le misure anti Covid degli scorsi giorni. Rimossi dai social i contenuti che fanno riferimento all'accaduto.
28.11.2022, 07:45
28.11.2022, 07:58
SDA
La censura delle autorità cinesi è scattata alle prime ore di lunedì per cancellare ogni traccia dell'ondata di manifestazioni contro le restrizioni sanitarie e per una maggiore libertà. La portata delle proteste non ha precedenti da decenni.
Domenica, folle di manifestanti, rispondendo agli appelli sui social, hanno espresso la loro rabbia a Pechino, Shanghai e Wuhan, cogliendo di sorpresa la polizia e cantando slogan antigovernativi e antirestrizioni.
La folla contro Xi Jinping
Secondo alcuni reporter stranieri sul posto qualcuno avrebbe perfino urlato slogan chiedendo le dimissioni del presidente Xi Jinping, rieletto, giova ricordarlo, solo qualche settimana fa, per uno storico terzo mandato. Questo tipo di protesta direttamente contro il potere governativo è un'azione rarissima.
La mobilitazione, quantitativamente difficile da verificare, sembra essere, stando a diversi media, la più grande dai tempi delle rivolte pro-democrazia del 1989 con i celebri quanto drammatici fatti di Piazza Tienanmen.
Almeno due arresti
La polizia ha arrestato due persone lunedì a Shanghai, dove i manifestanti si sono riuniti durante il fine settimana per protestare contro le restrizioni sanitarie legate al Covid e chiedere più libertà.
Interrogato dai giornalisti sul motivo dell'arresto, un agente di polizia ha dichiarato che una delle due persone «non aveva obbedito alle nostre disposizioni», rimandando alle autorità locali per maggiori dettagli.
Gli agenti hanno anche rimosso altre persone presenti sulla scena e ordinato loro di cancellare immagini dai loro telefoni.
I manifestanti si sono riuniti domenica a Shanghai per protestare contro la rigida politica «zero Covid» applicata in Cina da quasi tre anni, che prevede lockdown per milioni e milioni di persone e test PCR quasi quotidiani, nonché anche per chiedere maggiori libertà politiche.
Sono scoppiati scontri con la polizia e molte persone sono state arrestate. La polizia di Shanghai, interrogata più volte, non ha ancora risposto sul numero di fermi durante il fine settimana.
Censurati i social?
Sui social cinesi, tutte le informazioni sulle proteste sembravano essere state cancellate già lunedì mattina.
Sulla piattaforma Weibo, una sorta di Twitter cinese, le ricerche di «Liangma River» e «Urumqi Street», due dei luoghi della protesta del giorno precedente, non hanno prodotto alcun risultato relativo alla mobilitazione.
Anche i video che mostrano i canti e le manifestazioni degli studenti in altre città sono scomparsi da WeChat. Sono stati sostituiti da messaggi in cui si affermava che la pubblicazione era stata segnalata «a causa di contenuti sensibili o illegali».