Coronavirus La Cina ordina nuove misure, terzo caso accertato in Francia

ATS / sam

25.1.2020 - 08:20

La Cina ha ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus. Numerosi festeggiamenti per il Capodanno lunare sono stati annullati
La Cina ha ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus. Numerosi festeggiamenti per il Capodanno lunare sono stati annullati
Source: KEYSTONE/AP/MAS

La Cina ha ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus su treni, aerei e autobus poiché il bilancio delle vittime e il numero di pazienti è aumentato in maniera spropositata.

Saranno istituiti alcuni punti di ispezione e tutti i viaggiatori con sintomi di polmonite saranno «immediatamente trasportati» in un centro medico, ha annunciato la Commissione nazionale sanitaria in una nota.

La Cina ha inoltre esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l'infezione del coronavirus simile alla Sars. Lo hanno annunciato le autorità, precisando che i provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone.

Restrizione per i viaggi

Le regole includono la chiusura dei collegamenti per il trasporto pubblico e l'accesso alle autostrade nelle città, hanno affermato le autorità locali. Al momento, sono 18 le città che hanno adottato una sorta di restrizione per i viaggi nella provincia centrale di Hubei.

Per far fronte all'epidemia, in Cina oggi – che si festeggia il Capodanno lunare – saranno bandite feste e manifestazioni che potrebbero favorire il contagio. Tredici città sono state isolate, chiuse la Grande Muraglia e la Città proibita.

Due medici morti in Cina

Nel frattempo due medici sono morti in Cina per questioni legate al virus. Il primo, Liang Wudong di 62 anni, è deceduto dopo essere stato contagiato dal coronavirus mentre lavorava nell'Hubei Xinhua Hospital di Wuhan, epicentro dell'epidemia. Lo riferiscono i media locali.

Un altro medico, il dottor Jiang Jijun, 51 anni ed esperto di malattie infettive, come riportano i media locali citati dal Guardian è deceduto in seguito a un infarto mentre si recava in clinica, due giorni fa, a prestare servizio.

Secondo uno dei suoi colleghi, il medico era sovraffaticato per le costanti ore di lavoro di questi giorni a causa dell'epidemia.

«Possibili altri casi importati in Europa»

Nel frattempo è salito salito a 41, dopo un susseguirsi di bollettini medici, il numero delle vittime del coronavirus simile alla Sars in Cina. I casi accertati nel Paese sono 1'300 e il contagio sbarca in Europa con tre pazienti conclamati in Francia.

«È possibile che possano verificarsi in Europa altri casi importati del virus cinese 2019-nCoV, ma la maggior parte dei Paesi europei ha gli strumenti per affrontare l'emergenza»: lo dichiarano i Centri di controllo europei per le malattie (Ecdc), dopo la conferma del terzo caso di infezione da coronavirus in Francia.

«La conferma dei primi casi in Europa non era inattesa, considerando i recenti sviluppi relativi ai casi registrati al di fuori della Cina», si legge nella nota degli Ecdc.

Il fatto che i casi in Francia siano stati identificati, si rileva, conferma che il sistema di prevenzione e allerta del Paese funziona. «Alla luce della situazione attuale - osservano gli Ecdc - è verosimile che in Europa potranno esserci altri casi di importazione. Nonostante ci siano ancora molti aspetti sconosciuti del virus 2019-nCoV, i Paesi europei hanno le capacità necessarie a prevenire e controllare un epidemia subito dopo l'identificazione dei primi casi».

Quattro casi in Australia, tre in Malaysia

Il governo della Malaysia ha confermato tre casi di contagio nel Paese del coronavirus proveniente dalla Cina. Lo riferisce il Guardian, che riferisce anche di quattro casi accertati in Australia: uno a Melbourne e tre nel Nuovo Galles del Sud.

Tutti e quattro i pazienti sono stati di recente in Cina e tre di loro, scrive il quotidiano, di 43, 45 e 53 anni, sono arrivati direttamente da Wuhan, epicentro dell'epidemia.

Nel Regno Unito le autorità sanitarie stanno cercando di rintracciare 2mila persone che di recente hanno viaggiato a Wuhan, focolaio dell'epidemia del coronavirus, per essere sottoposti a controlli. Al momento 14 persone sono risultate negative al contagio.

Terzo caso accertato anche in Giappone

In Giappone aumenta intanto l'apprensione sul numero dei pazienti che attualmente rimangono sotto osservazione, malgrado la cautela delle autorità.

Il Ministero della Salute ha confermato che il terzo caso accertato riguarda una donna intorno ai 30 anni proveniente dalla città cinese di Wuhan, arrivata in Giappone il 18 gennaio assieme a 3 familiari. Durante una visita in un ospedale di Tokyo, giovedì, è risultata positiva al virus.

La donna - la cui nazionalità non è stata rivelata - non è stata trattenuta nel centro ospedaliero per via dei lievi sintomi che presentava e continua a risiedere nella sua stanza d'albergo e i membri della sua famiglia non presentano sintomi della malattia o anormalità.

Il portavoce del Ministero ha aggiunto che malgrado la vicinanza con la Cina, in Giappone non si sta notando un rapido incremento delle persone sospette di aver contratto il virus.

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