Diplomazia Gli Stati Uniti chiamano la Cina al dialogo sulle armi nucleari

SDA

2.11.2023 - 20:16

Dalla guerra in Medio Oriente alle armi nucleari continua il tiepido disgelo tra gli Stati Uniti e la Cina, in vista di quello che potrebbe essere il culmine di questo nuovo corso nei rapporti tra le due superpotenze: il summit tra Joe Biden e Xi Jinping a San Francisco tra due settimane.

L'amministrazione Biden sta anche cercando di coinvolgere la Russia in colloqui separati sul controllo degli armamenti, dopo che Mosca si è ritirata dal trattato New Start. (Foto simbolica)
L'amministrazione Biden sta anche cercando di coinvolgere la Russia in colloqui separati sul controllo degli armamenti, dopo che Mosca si è ritirata dal trattato New Start. (Foto simbolica)
KEYSTONE/EPA/MAXIM SHIPENKOV

L'amministrazione americana non ha solo bisogno che Pechino svolga un ruolo costruttivo per evitare l'escalation nel conflitto tra Israele e Hamas, ma vuole anche scongiurare una pericolosa e destabilizzante corsa agli armamenti.

Per questo, ha anche aperto un dialogo segreto con la Russia, pur continuando ad attaccare ufficialmente l'ultima decisione di Mosca di uscire dal trattato che mette al bando i test nucleari.

La Cina vuole rafforzare il suo arsenale

I colloqui tra Stati Uniti e Cina sulle armi atomiche, previsti lunedì prossimo, saranno i primi dai tempi dell'amministrazione di Barack Obama e, anche se non saranno l'inizio di negoziati formali per fissare limiti alle forze nucleari di entrambe le parti, serviranno a Washington per avere una quadro della dottrina di Pechino e dell'ambizioso piano per rafforzare il suo arsenale nucleare.

Arsenale che per decenni è stato molto più piccolo di quello di Stati Uniti e Russia. Il ministero degli Esteri cinese ha confermato, senza fare nomi, che un suo «importante funzionario» sarà a capo di una delegazione «la settimana prossima negli Usa per consultazioni sul controllo delle armi nucleari e la non proliferazione».

Secondo il Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia, i colloqui saranno guidati da Mallory Stewart, un'alta funzionaria del dipartimento di Stato, e Sun Xiaobo, il capo del dipartimento per il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri cinese.

Riaprire il dialogo dopo i palloni spia e il caso Taiwan

La decisione di riaprire il dialogo sul nucleare sarebbe stata concordata durante la recente visita a Washington del ministro degli Esteri Wang Yi, che ha avuto modo di incontrare Biden alla Casa Bianca.

Una missione strategica per sbloccare lo stallo tra i due Paesi, definita dall'amministrazione Usa una «buona opportunità» per riaprire le linee di comunicazione dopo l'anno peggiore nei rapporti tra le due superpotenze, con il caso del pallone-spia e le provocazioni di Pechino su Taiwan.

Allo stesso tempo da sabato a martedì l'inviato americano per il clima, John Kerry, accoglierà il suo omologo cinese Xie Zhenhua a Sunnylands, in California, per discutere in vista della Cop28 il 30 novembre.

Anche la segretaria al Tesoro Janet Yellen, in un discorso all'Asia society, ha sottolineato l'importanza della cooperazione economica tra Pechino e Washington, pur ribadendo che gli Stati Uniti sono impegnati a difendere i loro interessi nazionali nell'Indo-Pacifico.

Gli Stati Uniti discutono segretamente con la Russia

In uno sforzo parallelo, l'amministrazione Biden sta anche cercando di coinvolgere la Russia in colloqui separati sul controllo degli armamenti, dopo che il Cremlino ha deciso il ritiro dal trattato New Start pur rispettando i suoi limiti sulle testate.

L'amministrazione, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, ha inviato a Mosca un documento confidenziale in cui delinea idee sulla gestione dei rischi nucleari ora e dopo la scadenza nel febbraio 2026 dell'accordo.

Dall'altra parte, proprio in queste ore Vladimir Putin ha ratificato l'uscita della Russia dal trattato per la messa al bando dei test nucleari. Una mossa che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha duramente criticato definendola «un passo significativo nella direzione sbagliata».

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