USA 2024 Harris: «Accetto la vittoria di Trump, ma non la fine della lotta»

SDA

7.11.2024 - 05:00

Nel discorso tenuto alla Howard University a Washington alle 16 (22 in Svizzera) la candidata democratica alla presidenza USA si è rivolta ai suoi sostenitori dopo la pesante disfatta sua e del suo partito.

La vicepresidente Kamala Harris pronuncia un discorso di concessione per le elezioni presidenziali del 2024 nel campus della Howard University a Washington, mercoledì 6 novembre 2024.
La vicepresidente Kamala Harris pronuncia un discorso di concessione per le elezioni presidenziali del 2024 nel campus della Howard University a Washington, mercoledì 6 novembre 2024.
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«Accetto la sconfitta, ma la lotta per la libertà e per l'America non finisce qui».

La guerriera gioiosa ha perso la battaglia più importante della sua vita, distrutto i sogni suoi e di milioni di americani e provocato un bagno di sangue democratico attraverso tutta l'America, ma non ha perso una grinta.

Dopo una notte in silenzio, Kamala Harris ha chiamato il suo rivale Donald Trump per congratularsi, concedergli la vittoria e discutere di una «transizione pacifica» del potere (a parti invertite, per usare un eufemismo, non sarebbe stato così scontato).

«Ecco la differenza tra democrazia e tirannide»

E poi è andata tra la sua gente alla Howard University che l'attendeva da ore e l'accolta con amore. «So che avete sentimenti contrastanti. Ma dobbiamo accettare il risultato del voto», ha detto la vice presidente.

E lo ha fatto sottolineando che questo fa la differenza tra «democrazia e tirannide», con una neanche troppo velata frecciata all'atteggiamento del presidente eletto Trump quattro anni fa.

«Non smettere mai di fare del mondo un posto migliore»

«Sono fiera della nostra campagna e di come l'abbiamo condotta, uniti dall'amore per il Paese, dall'entusiasmo e la gioia per il futuro dell'America», ha dichiarato ancora la democratica.

«Il mio cuore è pieno di gratitudine per la fiducia che avete riposto in me». Ha poi esortato i giovani e le giovani a «non smettere mai di fare del mondo un posto migliore».