Anche scontri in piazza G7 su Ucraina e Medio Oriente: «Oggi tutti meno ottimisti per le prospettive future»

SDA

19.10.2024 - 21:17

Da sinistra: il Segretario della difesa americano Lloyd J. Austin, l'Alto rappresentante degli affari esteri per l'UE Josep Borrell e il Segretario generale della and NATO Mark Rutte.
Da sinistra: il Segretario della difesa americano Lloyd J. Austin, l'Alto rappresentante degli affari esteri per l'UE Josep Borrell e il Segretario generale della and NATO Mark Rutte.
KEYSTONE

Mentre all'interno del Palazzo Reale di Napoli si parla di come arrivare alla pace nei vari focolai di guerra, dall'Ucraina al Medio Oriente, fuori manifestanti e forze dell'ordine se le danno di santa ragione in nome del no alla guerra e al genocidio del popolo palestinese. 

Con i ministri dei sette Grandi ci sono anche il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. I temi sul tappeto sono tanti e tutti scottanti. E le premesse non sono delle migliori.

La giornata comincia infatti con la notizia del drone che aveva come bersaglio la residenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Non penso sia un avvenimento che migliora la situazione» osserva il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto.

«Pensiamo che la parte militare di Hamas sia stata sostanzialmente sconfitta e che l'attacco a Gaza possa finire. La notizia di oggi rende però tutti meno ottimisti e le prospettive per il futuro, sia in Ucraina che in Medio Oriente, non possono essere positive. Dobbiamo dire no a chi ostacola la democrazia».

«La presenza dell'Onu è l'alternativa alla guerra»

Dal summit viene ribadito il sostegno alla missione Unifil. «Abbiamo parlato di Unifil – spiega Crosetto a fine giornata – ribadendo la necessità che continui con la presenza dei suoi contingenti che devono essere rispettati sia da Israele che da Hezbollah. Non abbiamo parlato di cambio di regole di ingaggio perché la sede per parlarne è l'Onu, e mi auguro che la prossima settimana se ne parli perché la presenza dell'Onu è l'alternativa alla guerra». Per questo – l'idea del ministro italiano – va implementata la relativa risoluzione in modo da evitare che partano attacchi verso Israele.

«E intanto – aggiunge – chiediamo a Israele di interrompere l'aggressione al sud del Libano in cambio di una garanzia internazionale che il giorno dopo sia israeliani che libanesi possano tornare nelle proprie case senza correre pericoli». Nessun ripensamento del governo sulla presenza del contingente italiano. La settimana prossima Crosetto sarà in Turchia: in ballo il progetto di far formare le forze di polizia palestinesi dai carabinieri.

Preoccupazione per un escalation in Libano

Sostegno a Unifil anche da Borrell, per il quale la missione potrebbe essere rivista solo dopo il cessate il fuoco. «Dopo l'uccisione di Yahya Sinwar – ha detto l'alto rappresentante Ue – una nuova prospettiva si è aperta per arrivare a un cessate il fuoco, per il rilascio degli ultimi ostaggi e cercare una prospettiva politica. Dobbiamo ricostruire la sovranità del Paese».

E la dichiarazione congiunta finale del summit esprime preoccupazione per il rischio di un'ulteriore escalation in Libano.

Nel pomeriggio tiene banco il dossier Ucraina cui va il pieno sostegno del G7. «Ribadiamo il nostro incrollabile sostegno all'Ucraina, che da quasi tre anni si difende dalla brutale e illegale guerra di aggressione su vasta scala della Russia» mette nero su bianco il documento finale che condanna senza mezzi termini la Russia.

Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine

Mentre il summit volge al termine, poco lontano vanno in scena gli scontri di piazza. Un migliaio di manifestanti affrontano le forze dell'ordine che impediscono loro di avvicinarsi al Palazzo Reale. Volano pietre e bottiglie, la polizia risponde con fumogeni e facendo ricorso ai manganelli.

Non risultano feriti, anche se in diversi pagano dazio per l'effetto di fumogeni e lacrimogeni. «Comportamenti che nulla hanno a che fare con la libera espressione del pensiero», il commento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, al termine di una giornata vissuta tra i saloni di Palazzo Reale e la piazza.

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