AfghanistanAfghanistan: talebani, «Se gli statunitensi restano dopo il 31 agosto, reagiremo»
SDA
23.8.2021 - 07:59
«Se gli Stati o la Gran Bretagna cercheranno di guadagnare tempo per continuare le evacuazioni dall'Afghanistan ci saranno delle conseguenze. I rastrellamenti porta a porta sono fake news» dice Suhail Shaheen. Intanto il presidente statunitense Joe Biden ingaggia l'aviazione civile per sfollare le persone da Kabul attivando il piano d'emergenza Craf.
23.08.2021, 07:59
23.08.2021, 08:11
SDA
Suhail Shaheen, uno dei portavoce dei talebani e membro del team di negoziazione del gruppo si è espresso in un'intervista a Skynews a Doha.
«Il presidente Biden ha annunciato che il 31 agosto avrebbe ritirato tutte le truppe americane. Quindi se estendono il limite significa che stanno estendendo l'occupazione e non ce n'è bisogno», ha detto ancora il portavoce dei talebani ribadendo che se «l'intenzione è continuare ad occupare» l'Afghanistan «si romperà la fiducia e ci sarà una reazione».
Le notizie secondo le quali i talebani cercano nelle case attivisti e collaboratori delle forze occidentali per minacciarli o ucciderli sono «fake news» ha poi aggiunto Shaheen. «Posso assicurare che ci sono molte notizie diffuse dai nostri avversari che non sono basate sulla realtà», ha proseguito.
«Le donne non perderanno diritti»
«Le donne non perderanno alcun diritto. Solo se non indossano l'hijab..... Ma con l'hijab avranno gli stessi diritti che hanno le donne nei vostri Paesi». Incalzato sulla questione della condizione femminile il rappresentante dei talebani insiste che «le insegnanti hanno ripreso a lavorare in questi giorni, così come le giornaliste tv».
«Sono rifugiati economici, non hanno paura di noi»
Quanto alla situazione drammatica all'aeroporto di Kabul con migliaia di persone che cercano di lasciare il Paese Shaheen sminuisce la questione bollandola come «migrazione economica».
«Non hanno paura. Vogliono vivere in Occidente perché l'Afghanistan è un paese povero e il 70% della popolazione afghana vive sotto la soglia della povertà. Vogliono stabilirsi nei paesi occidentali per avere una vita prospera», sostiene il portavoce.
Biden fa capo all'aviazione civile
Joe Biden intanto mobilita l'aviazione civile in quella che ha definito la più grande operazione di evacuazione della storia. Perché adesso l'emergenza non è solo all'aeroporto di Kabul ma anche nelle basi statunitensi in Medio Oriente, sempre più sovraffollate per l'arrivo ogni giorno di migliaia di rifugiati afghani e di cittadini americani e occidentali.
Così sei compagnie aeree statunitensi – dall'American Airlines a Delta passando per United – metteranno a disposizione alcuni aerei di linea (all'inizio 18) per aiutare a trasportare in Europa e negli Stati Uniti le persone evacuate da Kabul a bordo dei cargo militari, e ammassate ora nelle basi in Qatar, Bahrein ed Emirati Arabi.
Da qui gli aerei civili partiranno per altre basi in Germania, Italia, Spagna e altri Paesi europei, oltre che verso gli Stati Uniti. Allo stesso tempo gli aerei di linea faranno la spola dalle basi Usa nel Vecchio Continente verso quelle statunitensi. Una boccata di ossigeno per l'aviazione militare statunitense impegnata da giorni e giorni in uno sforzo immane.
Attivato il piano d'emergenza Craf
L'ordine alle società aeree è arrivato dal Pentagono dopo il via libera del presidente Biden che, con una mossa che ha pochi precedenti, ha attivato il programma d'emergenza della Civil Reserve Air Fleet (Craf).
Un piano nato 70 anni fa in piena Guerra Fredda, nel 1952, dopo il ponte aereo di Berlino del 1948, quello organizzato dalle potenze occidentali per aiutare i cittadini di Berlino Ovest rimasti isolati col blocco delle vie di comunicazione messo in atto dall'Unione Sovietica.
Solo due volte si è ricorsi a una decisione così estrema come quella presa in queste ore da Biden: in occasione della prima guerra del Golfo nel 1991 e della guerra in Iraq nel 2002.
I primi aerei di linea sarebbero già in volo e il Dipartimento della difesa americano potrebbe rafforzare nei prossimi giorni la sua richiesta. Secondo il programma Craf, infatti, son ben 24 le compagnie aree che possono essere coinvolte dal piano di emergenza, per una flotta complessiva di 450 velivoli.