Ecco la sua versione Un testimone dell'assassinio di Jfk rompe il silenzio dopo 60 anni

SDA

10.9.2023 - 08:35

Il racconto di Paul Landis si scontra in parte con la teoria avanzata dalla commissione Warren. (Foto simbolica)
Il racconto di Paul Landis si scontra in parte con la teoria avanzata dalla commissione Warren. (Foto simbolica)
Keystone

Un testimone dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy rompe il silenzio dopo 60 anni.

Paul Landis, agente del Secret Service che era a pochi passi da Jfk quando è stato ucciso a Dallas, racconta per la prima volta la sua verità su quanto avvenuto a Dealey Plaza, riaprendo il dibattito su uno dei giorni più scioccanti della storia moderna americana.

Il racconto di Landis, affidato al libro «The Final Witness» che uscirà in ottobre e di cui il New York Times ha ottenuto una copia, si scontra in parte con la teoria avanzata dalla commissione Warren, oggetto di speculazione e dibattito da anni, in base alla quale uno dei proiettili sparati contro la limousine dell'allora presidente ha colpito non solo Kennedy, ma anche in più parti il governatore del Texas John B. Connally Jr.

Una conclusione basata in parte sul ritrovamento del proiettile «incriminato» sulla barella su cui giaceva Connally al Parkland Memorial Hospital, lasciando pensare agli investigatori che fosse stato estratto dal governatore.

La versione di Landis

Landis, che non è mai stato sentito dalla commissione Warren, spiega però che non è andata così. Il proiettile, infatti, è stato trovato da Landis nella limousine su cui viaggiava Kennedy: Landis lo ha quindi preso per evitare che fosse rubato e lo ha portato con sé in ospedale dove lo ha adagiato vicino a Jfk sulla barella pensando che avrebbe aiutato i medici a capire cosa era accaduto.

A un certo punto – è la sua idea – le due barelle devono essere state avvicinate e il proiettile è scivolato da una all'altra, quella di Connally.

«Non c'era nessuno a mettere al sicuro la scena. Tutti gli agenti erano concentrati sul presidente. Temevo che un pezzo importante di prove potesse sparire e così l'ho preso», ha ricostruito Landis, convinto che il proiettile abbia colpito Kennedy da dietro ma era per qualche ragione scarico e quindi non è penetrato in profondità ed è emerso quando il corpo di Jfk è stato rimosso dalla limousine.

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