Introvabile da 10 anni Ma dove è finito l'erede dell'impero Red Bull?

ATS

3.9.2022

Una Ferrari lanciata a rotta di collo, un poliziotto ucciso, e al volante l'erede dell'impero Red Bull, ancora in fuga 10 anni dopo. Questo caso simboleggia agli occhi di molti thailandesi l'impunità di cui gode l'élite del Paese di fronte alla giustizia.

ATS

Esattamente 10 anni fa, il 3 settembre 2012, Vorayuth «Boss» Yoovidhya, uno degli eredi di una famiglia la cui fortuna è stimata in oltre 20 miliardi di dollari dalla rivista Forbes, alla guida della sua Ferrari per le strade di Bangkok investe un poliziotto sulla sua moto, lo trascina per 200 metri, poi fugge.

Dell'olio fuoriesce dall'auto e porta la polizia nella sontuosa villa del latitante. Quest'ultimo smentisce i fatti, poi ammette di essere stato alla guida del bolide. Viene incriminato per eccesso di velocità, fuga dal luogo dell'incidente, mancata assistenza a una persona in pericolo. Viene rilasciato su cauzione.

Sci in Giappone

Viene raggiunto un accordo con la famiglia del poliziotto deceduto che riceve quasi 75.000 franchi per ritirare l'azione civile. Nei casi penali, rimane passibile di 10 anni di reclusione. Ma ripetutamente non si presenta dal pubblico ministero, adducendo problemi di salute.

Allo stesso tempo scia in Giappone, risiedendo in lussuosi «resort» all'estero, secondo gli scatti postati sui social media. Nel 2017 è fuggito dalla Thailandia, poco prima che venisse emesso un mandato di cattura contro di lui.

«La percezione di diversi trattamenti giudiziari per differenti segmenti della società sta paralizzando la fiducia del pubblico nella capacità dello Stato thailandese di adempiere alla propria responsabilità di proteggere i diritti umani di tutto il popolo thailandese», ha affermato all'AFP Amnesty International Thailandia.

Secondo Forbes Vorayuth, nipote del defunto co-fondatore della Red Bull Chaleo Yoovidhya,  fa parte della seconda famiglia più ricca della Thailandia. «Questa famiglia non è solo potente in Thailandia, ma anche nel mondo intero», ha detto all'AFP il politologo thailandese Pavin Chachavalpongpun, dell'Università di Kyoto in Giappone.

Una vita fatta di feste mondane

Le accuse di eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza e rifiuto di assistenza sono ora prescritte. Entro il 2020, le autorità thailandesi hanno abbandonato tutte le accuse contro Vorayuth, provocando un enorme clamore, inclusa una campagna sui social media intitolata #BoycottRedBull.

Alcuni membri del clan Yoovidhya sono persino usciti allo scoperto, dissociandosi da Vorayuth e parlando a favore di una «giustizia senza discriminazione». Mentre la rabbia cresceva e le proteste antigovernative guidate dai giovani aumentavano nelle strade, l'ufficio del primo ministro Prayut Chan-O-Cha ha condotto un'indagine che ha riconosciuto i «fallimenti» dall'inizio alla fine del processo legale.

I difensori dei diritti hanno paragonato la lentezza del caso Vorayuth alla velocità dell'azione intrapresa contro i leader della protesta, molti dei quali sono stati accusati di molteplici crimini di diffamazione reale, che comportano una possibile pena fino a 15 anni di reclusione.

L'ufficio del procuratore generale thailandese ha annunciato nuove accuse contro Vorayuth e nel settembre 2020 l'Interpol ha emesso una segnalazione rossa per il suo arresto. Una versione aggiornata nel marzo del 2021 affermava che Vorayuth all'epoca era probabilmente in Francia.

L'avviso citava anche l'Austria, dove ha sede la Red Bull, come possibile località.

Rischia 10 anni di carcere

Il mese scorso, secondo l'ufficio del procuratore generale della Thailandia, anche l'accusa di consumo di cocaina è stata bloccata, lasciando ai pubblici ministeri una sola strada per perseguire Vorayuth: guida pericolosa che ha causato la morte, che prevede una pena massima di 10 anni di carcere.

L'ufficio ha detto all'AFP che questa accusa è valida fino al 2027, ma in pochi si aspettano che Vorayuth affronti i tribunali. «Fin dall'inizio, molte persone si aspettavano che tutto questo finisse», ha detto Pavin, sottolineando un'intensa rabbia pubblica per il caso.

«I ricchi che la fanno franca è diventato così normale nella società thailandese». Ma «i thailandesi non lo accettano». In un altro famigerato incidente d'auto nel 2010, un'adolescente di una famiglia influente è sfuggita al carcere nonostante abbia ucciso nove persone nello schianto contro un furgone quando non aveva ancora l'età legale per guidare.